Antichi portali, enigmatici menhir, torri, chiese, arte, devozione e natura Sono tracce turistiche da seguire per conoscere sino in fondo le bellezze di Pontremoli che vengono ora messe in primo piano grazie alla pubblicazione di una nuova guida scritta dal giornalista Paolo Bissoli ed edita dal Corriere Apuano, presentata recentemente nel salone di Palazzo Dosi Magnavacca.
Uno strumento che offre una prospettiva dettagliata e approfondita sulla storia della città consentendo al lettore di immergersi nella sua cultura e comprenderne meglio la complessità. All’incontro di presentazione c’erano oltre all’autore la storica dell’arte Caterina Rapetti, la guida turistica Francesco Bola di Sigeric, l’amministratore del Corriere Apuano Enrico Mori, ma sono intervenuti anche il sindaco Jacopo Ferri e la vice Clara Cavellini. Nell’era di internet vale ancora la pena di pubblicare una guida stampata? "Sicuramente sì – ha sottolineato Rapetti – perché i libri resistono al tempo e sono sempre affidabili". Sulla stessa lunghezza d’onda Bola, che ha collaborato alla guida curando i i capitoli delle statue stele e del Barocco: "E’ importante per i visitatori avere sotto mano una guida consultabile nel corso del tour, informazioni che possono essere ripassate anche successivamente". Bissoli aveva già pubblicato una prima guida nel 1992, ma il nuovo volumetto presenta diverse novità e aggiornamenti consistenti.
La città viene descritta a volo d’uccello dal castello del Piagnaro con le statue stele, preistoriche ed enigmatiche rappresentazioni antropomorfe di pietra sbozzata rinvenute nel territorio lunigianese. Città medievale e barocca, Pontremoli offre i segni della sua storia con solennità discreta e silente. La Torre di Cacciaguerra eretta nel 1322 da Castruccio Castracani con una muraglia per separare i litigiosi guelfi e ghibellini è la sentinella delle due piazze centrali che costituiscono il cuore della città.
Tra tanti monumenti raccontati i palazzi barocchi che l’aristocrazia mercantile pontremolese costruì tra Seicento e Settecento, il Duomo elevato nel 1630 dalla comunità per mantenere un voto fatto alla Madonna in occasione della peste e quella meravigliosa bomboniera barocca che è il Teatro della Rosa (1739). Poi le tante chiese, i palazzi e le ville, gli itinerari del barocco, i dintorni e le tradizioni con la gastronomia. Senza dimenticare le manifestazioni culturali, dai Premi Bancarella a Medievalis, alla Disfida dei Falò, al Tour Day. Il tutto corredato da bellissime fotografie di Walter Massari, Elia Santini e Federico Palermitano.
Natalino Benacci