Ricettazione e atti falsi. Nove imputati a processo. Le carte della Procura

Ascoltati gli investigatori che eseguirono le indagini tra il 2016 e 2017. Il dottor Sanguinetti uscito dalla vicenda dopo aver patteggiato 4 anni.

Ricettazione e atti falsi. Nove imputati a processo. Le carte della Procura

Ricettazione e atti falsi. Nove imputati a processo. Le carte della Procura

Nuova puntata del processo che vede 9 imputati accusati, a vario titolo, di ricettazione (oro e pietre preziose) riciclaggio e falso ideologico e materiale perché si facevano fare dal medico falsi certificatI. Tra le varie accuse c’è anche quella di avere rivenduto otto cani, tra i quali due ’da tartufo’, di razza Lingotto emiliano, che proprio per la loro capacità hanno un valore non indifferente.

L’imputato più famoso, ovvero il dottor Franco Sanguinetti, è però uscito da tempo dall’arena processuale: ha patteggiato meno di 4 anni. Alla sbarra ci sono Valerio Baratto, Sandro Baratto, Vincenzo Solimando, Rosa Ferri, Piero Grassi, Angiolo Greco, Valentina Grassi, Franca Casoni, Clotide Luigina Lafleur.

I mesi precedenti sono stati utili ai tecnici per trascrivere l’ingente mole di intercettazioni telefoniche e ambientali che gli agenti della Questura di Massa Carrara avevano raccolto durante un’indagine durata svariate settimane, e che aveva visto coinvolto Sanguinetti. L’udienza che si è tenuta ieri mattina, davanti al giudice del collegiale, il presidente Fabrizio Garofalo, ha dato modo agli investigatori messi in moto dalla Procura di descrivere tutte i movimenti che hanno portato al processo. In particolare le domande dell’accusa, la pm Elena Marcheschi, si sono concentrate su alcuni aspetti della vicenda, come il fatto registrato il 12 maggio del 2017, che vede protagonisti tre degli imputati, tutti a bordo di un’auto, con al suo interno un cane femmina, Stella, poi risultata essere rubata a Pontedera. Gli investigatori hanno ricostruito quella giornata e come erano riusciti a fermare i quattro nel mezzo (c’era anche un bambino) grazie alla collaborazione della polizia municipale, che con una scusa si era accostata all’auto parcheggiata davanti allo studio del dottor Sanguinetti in viale XX Settembre.

Gli agenti avevano rinvenuto il cane all’interno del mezzo e l’avevano portato al comando per controllare il microchip. L’udienza ha poi ricostruito il capo di imputazione inerente il falso ideologico, dove al medico era stato richiesto da uno degli imputati un certificato medico per dargli modo di scontare la pena agli arresti domiciliari, invece che in carcere.

Il dibattimento si è concluso nel primo pomeriggio. Le parti si incontreranno nuovamente il 19 giugno per il controinterrogatorio che verrà effettuato dalla difesa degli imputati.