"No alle cave nel Parco?. Proposta folle"

Il consigliere regionale della Lega Massimiliano Baldini difende le cave nel Parco delle Apuane, sostenendo che sono cruciali per l'economia e i posti di lavoro. Critica l'approccio ideologico di chi vuole chiudere le cave e boccia la normativa regionale sul settore estrattivo.

"Chi è contro le cave nel Parco delle Apuane non solo è contro l’economia del territorio e contro la salvaguardia dei posti di lavoro, ma sostiene tesi antistoriche che si pongono in contrasto con la stessa cultura secolare di quella comunità che ha sempre avuto attenzione anche per l’ambiente sapendolo però conciliare, in modo equilibrato, con opportunità imprenditoriali che hanno reso le nostre aziende fra le più importanti nel mondo". È quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale della Lega Massimiliano Baldini (nella foto), che interviene nel dibattito di queste settimane sul futuro del settore estrattivo del distretto apuoversiliese. "Questo patrimonio di valori – prosegue Baldini – deve essere tutelato attraverso atteggiamenti riflettuti che siano in grado di risolvere le tante problematiche connesse alle attività, all’impresa ed all’ambiente e non può essere affrontato con lo sfrenato approccio ideologico di ‘Salviamo le Apuane’ che avanza una proposta folle e che rischia di compromettere un prodotto che ha segnato il nostro made in Italy a livello internazionale". Il gruppo ha chiesto di lasciare le cave aperte solo a Carrara, imponendo una cessazione all’interno del perimetro del Parco. L’esponente leghista stigmatizza la proposta e promette che il Carroccio farà muro contro quella che definisce una "deriva ideologica", ma boccia anche la normativa adottata 10 anni fa dalla Regione sulle cave: "Non si è ancora giunti alla definitiva approvazione dello strumento principale previsto con questa norma – segnala il consigliere – e cioè i piani attuativi dei bacini estrattivi, che avrebbero dovuto redistribuire i volumi scavabili definiti dal piano regionale cave e dare così impulso concreto alla creazione della filiera di lavorazione in loco di almeno il 50% del materiale estratto".