FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

"Il nuovo porto è una minaccia". La ‘sentenza’ negli studi del piano

Per Persiani porterebbe erosione, divieti di balneazione permanenti e ridurrebbe il deflusso del fosso Lavello

Il nuovo porto di Marina di Carrara, disegnato nel Piano regolatore dall’Autorità portuale, rischia di mettere in ginocchio forse per sempre l’economia balneare massese fra erosione, divieti di balneazione permanenti e riduzione del deflusso del fosso Lavello. A mettere in fila i pericoli è il sindaco di Massa, Francesco Persiani, analizzando gli studi allegati al Piano regolatore e depositati al Ministero dell’ambiente per la valutazione ambientale strategica. Il primo cittadino torna su una battaglia che aveva lanciato dalle pagine della Nazione durante il primo mandato: se il porto vuole ampliarsi deve garantire interventi ‘compensativi’ per i danni arrecati. Tutto messo nero su bianco, anche nei contributi che il Comune di Massa ha inviato alla Regione Toscana e all’Autorità Portuale.

Dall’analisi degli studi elaborati dall’Ati composta da Modimar e Technital "emerge che le nuove opere connesse al prolungamento della diga foranea rischiano di aggravare l’intenso fenomeno erosivo. Era una delle condizioni per noi imprescindibili rispetto alla condivisione politica del progetto. La zona di influenza della nuova diga foranea, un prolungamento verso la costa massese di circa 450 m, potrebbe produrre, secondo le simulazioni degli stessi progettisti, una riduzione del trasporto solido a sud est del porto che genererà ulteriori effetti erosivi su almeno 1 km della costa più settentrionale alla Partaccia, a sud della foce del fosso Lavello". E la Partaccia ha già pagato un contributo importante in termini di erosione in passato, ricorda ancora Persiani, riportando dati e statistiche che risalgono ai primi decenni del secolo scorso e ai primi anni di vita del porto quando l’effetto dell’erosione nel 1940, secondo il Cnr, aveva già fatto arretrare la costa di 120 metri.

Persiani è chiaro: va bene il minor apporto dal Magra ma "la scomparsa dell’arenile della località Partaccia è quindi dovuta agli ‘effetti collaterali’ legati alla nascita del Porto di Marina di Carrara che è da considerarsi quale causa scatenante, un formidabile acceleratore". Oggi, a 100 anni dalla nascita, il porto "rappresenta un importante volano per l’economia del nostro territorio e pertanto appare comprensibile adeguarlo" continua il sindaco e chiede che almeno gli interventi "siano vincolati a finanziamento e realizzazione di opere a carattere straordinario di tipo compensativo finalizzate alla ricostruzione di un arenile con ampiezza adeguata a soddisfare le esigenze turistico ricettive del litorale massese ed in grado di riqualificarlo dal punto di vista ambientale e paesaggistico".

E questo è il primo punto. Il secondo è quello del divieto permanente di balneazione per la sicurezza dei mezzi che entrano in porto: "Oggi ha una forma circolare con raggio di circa 1.800 metri che interseca la linea di costa del versante massese fino all’area antistante il rimessaggio Marchini. Si teme che il prolungamento di circa 450 metri della diga foranea richieda l’estensione dell’attuale divieto andando fino agli stabilimenti dell’area campeggi ovest e per gran parte degli stabilimenti della zona campeggi est dove sarebbe preclusa la possibilità di esercitare l’attività balneare".

Infine la sicurezza del fosso Lavello: "Dall’esame degli studi risulta che in occasione degli stati di mare più frequenti e intensi provenienti da Libeccio, i depositi di trasporto solido che oggi si concentrano alla foce del Carrione migrino verso la foce del Lavello creando una barra che andrebbe ad accentuare le attuali problematiche, anche di carattere igienico sanitario, connesse al deflusso delle acque".