Tambellini: "Lascio un Comune in ordine"

Si avvicina la fine del mandato È tempo di bilanci per il sindaco

Il sindaco Alessandro Tambellini mostra la brochure di fine mandato (Alcide)

Il sindaco Alessandro Tambellini mostra la brochure di fine mandato (Alcide)

Lucca, 5 aprile 2022 - Una campagna di comunicazione vera e propria, costata 27mila euro (una spesa contenuta rispetto agli standard di questo tipo di azioni, come lo stesso Comune tiene a precisare) per illustrare alla città quanto è stato fatto negli ultimi dieci anni. Si chiama “10 - Lucca rinasce così, un decennio di buongoverno” e prevede 35mila opuscoli che verranno distribuiti nelle case nei prossimi giorni, mille libretti scaricabili dal sito del Comune e una serie di video spot già online. La pubblicazione istituzionale di fine mandato (obbligatoria per legge) ha come simbolo un sindaco Tambellini sorridente che, in sella alla sua vespa, accompagna il lettore in giro per la città, facendogli quasi da Cicerone tra i vari progetti portati a termine. Una scelta grafica, realizzata dall’agenzia Genau con le illustrazioni per mano di Elisa Varetti, che richiama ovviamente alla vena fumettistica della città.

«Un’immagine non propizia di questi tempi" ironizza il sindaco, appena rientrato dopo l’incidente avuto proprio in moto che, tra l’altro, "ormai è buona solo per farci un carretto. Mi sarà utile per il futuro lavoro" aggiunge, lasciando intendere di voler prendere una pausa dalla vita politica a partire dal 12 giugno, quando Lucca sarà richiamata alle urne. Ma cosa lascerà al suo successore? "A prescindere da chi verrà dopo, la nostra premura era quella di lasciare le cose in ordine. Contrariamente a quanto avvenuto dieci anni fa. Quando abbiamo aperto i cassetti del Comune, nel 2012, ci siamo trovati di fronte a molte situazioni irrisolte: in questi anni siamo riusciti a rimettere in sesto il bilancio comunale, a mettere il punto su tante questioni pendenti". E a raccontare tutto ciò sono appunto i 16 capitoli dedicati ad altrettanti ambiti e conditi dai progetti compiuti. Alcuni dei quali ricordati dallo stesso Tambelli: dall’attenzione per lo sviluppo delle periferie, alla crescita, anche in ambito immobiliare, del centro storico, dalla modernizzazione della città in termini ecologici e sostenibili, alla vita culturale alimentata dai grandi eventi (Summer Festival e Comics), ma anche da quelle iniziative più piccole che possono comunque vantare una capacità attrattiva (l’Orto botanico, in tempi pre Covid, ha registrato oltre 25mila presenze all’anno). Tutte impostazioni che secondo il primo cittadino meriterebbero continuità. E poi anche l’impegno sui temi dei diritti (Lucca è stato uno dei primi Comuni a garantire le unioni civili) e nella lotta contro la violenza sulle donne. Nel “calderone“ del riepilogo anche un riferimento alle questioni irrisolte (la manifattura fra tutte) e quelle da poco sbloccate (il Mercato del Carmine).

Non potevano mancare i commenti, stuzzicati dalle domande dei giornalisti, sulle ultime vicende più o meno politiche. Dalla non candidatura di Del Ghingaro, che per Tambellini è stato solo "un gran trambusto", distante da quello che è il suo modo di fare: "Se uno vuole fare qualcosa, basta dirlo - ha commentato - non si lascia parlare gli altri". E di sicuro lui non le ha mandate a dire, neppure ieri, a chi ha sollevato dubbi sull’essenza democratica della sua amministrazione. "Mi sento il primo garante della democrazia, ma essa è fatta di regole da rispettare e di limiti da non superare".

Ovviamente si parla delle due vicende legali che hanno tenuto banco nell’ultimo periodo, e di cui probabilmente si sentirà ancora discutere: quella contro il Comitato San Concordio e quella personale del sindaco verso il consigliere pentastellato Bindocci. Quest’ultima, in particolare, potrebbe sgonfiarsi con una conciliazione e quindi con delle scuse pubbliche. "Io non sono Putin, non ho mai fatto male ad una mosca - ha ribadito Tambellini - Bolsonaro? Venite a vedere i miei pioppi. Per quanto riguarda San Concordio, abbiamo fatto l’interesse del quartiere eppure ci hanno mosso accuse pesanti per le quali si rischiano anni di carcere. In tutti questi anni non c’è mai stato un rilievo della Procura, eppure la strada che porta in Tribunale qualcuno l’ha consumata. Le parole hanno un senso, un peso. In dieci anni sapete quanto ho sopportato? Quante ne sono state dette su di me? Sono stato più che democratico".