
L’ex ministro della salute Roberto Speranza nella convention di Cgil al cinema Centrale per parlare di futuro
L’evento organizzato dalla Cgil di Lucca al Cinema Centrale lunedì scorso, è stato molto più di una semplice presentazione del libro “Perché guariremo. Dai giorni più duri ad una nuova idea di salute” dell’ex ministro della salute, Roberto Speranza. Gli argomenti del libro hanno infatti preparato il campo al dibattito, coordinato dal Segretario della Cgil Toscana e presidente dell’Ires Toscana Maurizio Brotini, sulle sfide presenti e future per il sistema sociosanitario nazionale.
Dopo i saluti del Segretario Generale della Cgil Lucca, Fabrizio Simonetti, che ha espresso la propria soddisfazione per aver portato nella nostra città un dibattito su argomenti tanto sentiti, in particolare all’indomani dello sciopero generale di Cgil e Uil contro la manovra finanziaria (che secondo Cgil riduce nuovamente il valore reale dei fondi per la sanità), la parola è passata all’ex ministro Speranza. L’intervento è quindi iniziato da una delle considerazioni finali dell’opera: la paura di essere prossimi al passaggio da un sistema sociosanitario universale ad uno mutualistico.
Una trasformazione temuta, ma che appare comunque sempre più vicina, complice l’incapacità dei servizi sanitari pubblici di prendere completamente in carico la popolazione a causa di risorse insufficienti. Difficoltà di cui giova invece il sistema sanitario privato, sempre più spesso chiamato a rispondere alle esigenze della popolazione che non vuole aspettare il sistema pubblico e, soprattutto, che se lo può permettere economicamente. Ma, oltre a riportarci a prima del 1978, anno di nascita del servizio sociosanitario nazionale, un cambiamento di questo genere disattenderebbe tutti gli insegnamenti lasciatici dalla pandemia da Covid 19 riguardo all’importanza di un sistema sanitario pubblico solido e funzionante.
Il definanziamento non ha impedito però, è quanto affermato dell’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini, alla Toscana di mantenere i livelli essenziali di assistenza più alti d’Italia, soprattutto grazie al finanziamento con il budget della Regione. La sfida continua quindi ad essere l’implementazione dell’eredità della pandemia.