Spezia, servirebbe un cambio di modulo

Perché insistere sul 3-5-2 in questo momento non avendo gli uomini adatti? Gotti a Bologna avrebbe potuto fare un 4-4-2

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Bastano quattro assenze (Nzola, Bastoni, Ekdal e Zurkowski) a giustificare lo scempio visto nella ghiacciaia del Dall’Ara? Visto che parliamo di una rosa costruita in estate senza una logica, con ruoli scoperti sin da subito e molti giocatori ornamentali non adatti a questo campionato e infatti ceduti senza tanti discorsi né rimpianti in questa sessione invernale (da Sher a Nguiamba, da Ellertsson a Hristov) allora il tonfo di Bologna, molto più netto di quanto non dica il 2-0 finale, ha una delle tante spiegazioni belle e pronte, anche se non è la sola.

Nonostante questo, la squadra aveva iniziato il 2023 in crescendo, salvo schiantarsi in questi ultimi dieci giorni. Tutto parte dalla maledettissima trasferta di Bergamo in Coppa, con la decisione di non risparmiare Nzola e Holm che adesso si sta ripercuotendo come un boomerang. La partenza di Kiwior, affare irrinunciabile a quelle cifre, ha ulteriormente scombussolato il quadro, perché ha tolto a una squadra già povera di qualità uno dei migliori.

E così un Bologna largamente incompleto, che con Thiago Motta viaggia a ritmi da Conference, ha finito con lo stravincere una partita che nella prima mezz’ora sembrava un allenamento. E’ bastato un forcing di quattro minuti, durante i quali lo Spezia non è stato in grado di uscire dalla trequarti, e il Bologna ha segnato dopo che Dragowski aveva già sventato due chiare palle gol. Da quel momento, con l’unica eccezione del blitz di Reca su Orsolini con la doppia grande parata di Skorupski, lo Spezia non è più riuscito a dire niente nonostante tutto il tempo a disposizione.

Gotti avrebbe potuto fare qualcosa di più? Col senno del poi, sì. Perché insistere sullo stesso spartito non avendo gli uomini per poterlo suonare? Un 3-5-2 come lo intende il tecnico necessita di centrocampisti di gamba e interdizione che non c’erano. Esposito avrebbe potuto giocare dall’inizio, dando più solidità al centrocampo, avremmo avanzato a falso nueve Kovalenko invece che lasciarlo nella tonnara di centrocampo da cui è uscito subito azzoppato. Agudelo ogni volta che avanzava finiva con l’incartarsi su se stesso perché davanti non aveva mai un uomo a cui appoggiare, eppure Gotti non ha mai tentato qualcosa in corsa.

Avremmo risparmiato Holm, già alle prese con acciacchi vecchi e nuovi, sperando che l’uscita non preluda a qualche guaio serio agli adduttori dolenti: Ferrer anche contro la Roma ha dimostrato di saper fare il suo in più ruoli, poteva essere la sua occasione. Gotti avrebbe potuto fare un 4-4-2, con Ferrer ed Amian terzini e Nikolaou e Caldara centrali, a centrocampo Ampadu e Bourabia in mezzo e Gyasi e Reca sulle fasce, con Agudelo seconda punta dietro a Kovalenko (e poi a Maldini).

Maggiore duttilità sarà inevitabile domenica contro il Napoli, più che per un risultato utopico, per evitare un’umiliazione nel punteggio che condizionerebbe anche il seguito. Non basta mettere Shomurodov al posto di Nzola e pensare che tutto riparta d’incanto.

Mirco Giorgi