FABIO BERNARDINI
Sport

"Lo Spezia può diventare una realtà in A"

L’ex direttore sportivo Andrissi: "La salvezza è stata un capolavoro, la società ha grandi meriti, come lo staff tecnico e i giocatori"

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di Fabio Bernardini

"Spezia che capolavoro!". L’ex ds aquilotto Gianluca Andrissi, nel complimentarsi con il club bianco per la salvezza in A, vede un futuro roseo per le Aquile: "Con la conferma di Italiano, rinforzi in ogni settore e una punta da doppia cifra i bianchi potranno consolidarsi in Serie A".

Direttore Andrissi, si può affermare che lo Spezia sia tra i club che negli ultimi anni ha avuto un margine di crescita tra i più importanti?

"Credo di sì, il percorso del club bianco è partito da un presidente come Volpi che ha investito tanto in strutture e ha portato lo Spezia dalla Serie D alla A. Una società organizzata che ha sempre allestito formazioni competitive con un settore giovanile qualitativo. Gli ultimi due anni poi sono stati eccezionali con la vittoria della Serie B e la conferma in Serie A. Insieme allo Spezia, in questa crescita, cito l’Atalanta che con il suo attacco atomico potrebbe puntare allo scudetto, il Sassuolo, il Cittadella e il Benevento".

Spezia: seconda squadra più giovane della Serie A, minor monte ingaggi, ventuno esordienti e salvezza con una giornata di anticipo. Miracolo o impresa?

"È stato un capolavoro, la società ha grandi meriti, lo staff tecnico e i giocatori idem. Un plauso al ds Meluso che ha fatto un grande mercato in pochissimo tempo e al presidente Chisoli".

Lo Spezia potrebbe ripetere il cammino del Sassuolo?

"Intanto lo Spezia è diventato simpatico a tutti a livello di immagine. La nuova proprietà non dovrà sbagliare le mosse, riconfermarsi in A non sarà semplice, per diventare il nuovo Sassuolo occorrerà lavorare a 360° su tutta l’area sportiva, partendo dal settore giovanile che dovrà spaziare su tutto il territorio nazionale e internazionale".

Ha fatto bene mister Italiano a restare?

"Se è rimasto è perché ritiene di poter operare per proporre il suo calcio moderno, dinamico, aggressivo. Poi ogni anno bisognerà portare piccoli cambiamenti che fanno la differenza".

Platek vuole consolidare lo Spezia in A, cosa servirà?

"Credo che la continuità determinata dalla permanenza di Italiano sia un valore aggiunto. Sarà importante rinforzare la squadra in ogni settore, mantenendo un’età media giovane e avvalendosi di un attaccante da doppia cifra che consenta di fare il salto di qualità".

Niente ds tradizionale, tanto scouting e analisi statistiche, come vede il mercato?

"Analisi dei dati e visione diretta sul campo riducono i margini di errore. Io lavoro sul match analysis dal 2000, ho fatto dei convegni anche con Adriano Baconi, c’è un lavoro su ogni giocatore sul quale si riesce a sapere tutto".

I punti fermi da cui ripartire? "Maggiore ha fatto un grande campionato, mi sono piaciuti Gyasi, Estevez, Sena, Bastoni, Pobega. Saponara è un giocatore che può accendere la partita, molto bravi Zoet, Provedel, Ismajli, Erlic, Ricci. Ma la forza della squadra è il gruppo. Per fare un lavoro mirato occorrerà vendere un solo giocatore, cedere tre giocatori diventerebbe un problema".

Il ‘Picco’ in Serie A?

"Ho ancora la pelle d’oca nel ricordo di Spezia-Palermo con 8000 tifosi al ‘Picco’ e uno striscione bellissimo in curva. Lì mi resi conto che essere ds in una piazza del genere è davvero fantastico. Mi piacerebbe venire a vedere lo Spezia in Serie A e godermi il ‘Picco’ esaurito con le emozioni inevitabili che quello stadio e quei tifosi suscitano".

Infine, che effetto le fa l’ex aquilotto Pessina in Nazionale?

"L’ho conosciuto a 14 anni, a 16 l’ho portato in prima squadra a Monza, stravedo per lui. Quando lo prendemmo allo Spezia lo voleva tutta la B, il ragazzo scelse di venire da noi".