"Iniziano i Lavori di Smantellamento della Centrale di Vallegrande"

I primi colpi di pinza demolitrice sono arrivati ieri mattina, in linea con le previsioni e gli impegni presi dall’azienda. Alla radice del Molo Enel sono iniziati i lavori di smantellamento del nastro trasportatore del carbone. A poco meno di due anni dalla cessazione delle attività della centrale termoelettrica di Vallegrande, procedono come da programma i lavori del colosso dell’energia per eliminare le strutture non più utilizzate. Dopo l’abbattimento delle due grandi cisterne di olio combustibile avvenuto all’interno del perimetro della centrale, è la volta del nastro che per decenni ha trasportato migliaia di tonnellate di carbone dal Molo Enel all’impianto. Le operazioni sono iniziate proprio dalla banchina portuale: Enel dovrà liberare l’intera area per favorirne un rapido riutilizzo, in quanto su una di quelle banchine a breve inizieranno i lavori di Gnl finalizzati all’avvio del servizio di truck loading da e per l’impianto di rigassificazione di Panigaglia. Opere, quelle avviate da Enel, che arrivano in giorni caratterizzati da intense polemiche circa la decisione di Enel Produzione di bloccare definitivamente la progettazione di un impianto di produzione di idrogeno verde che avrebbe dovuto trovare posto a Vallegrande, nell’ambito del piano di riqualificazione dell’area. Una rinuncia che ha di fatto aumentato gli interrogativi sul futuro dell’ex centrale, scatenando la bagarre politica. Tema, questo, su cui interviene ora anche il sindaco Pierluigi Peracchini. "La nostra volontà è di portare avanti l’interlocuzione con Enel per valutare iniziative orientate alla riqualificazione dell’area, e alla promozione di progetti per lo sviluppo sostenibile, nell’interesse della cittadinanza, fermo restando che la proprietà è di Enel e che ogni decisione dovrà essere presa in accordo con loro" dice Peracchini, che ritiene gli affondi del centrosinistra "strumentali" in quanto non terrebbero conto "dell’importante cambiamento, per la prima volta nella storia cittadina, a cui l’area sta andando incontro grazie all’impegno delle istituzioni e di Enel". "Non è infatti imponendo vincoli – dice Peracchini –che si può costruire un dialogo costruttivo e di certo si deve evitare di produrre l’effetto di disincentivare la proprietà a investire nel nostro territorio, come invece sembra voglia fare la sinistra con la loro politica del no ad ogni costo. Il nostro obiettivo invece è che l’area venga riqualificata e messa a disposizione degli investitori, portando un ritorno positivo in termini di occupazione e sviluppo e che non venga abbandonata in alcun modo". Secondo Peracchini l’avvio delle demolizioni rappresenta "un cambio di passo importante, frutto di un percorso istituzionale fatto di azioni concrete come la variante al puc, con la quale è stato previsto che nell’area Enel si possano realizzare insediamenti industriali e artigianali e non più la produzione di energia da fonti fossili, e la sottoscrizione di un protocollo volto a garantire il rilancio dell’area. La demolizione del nastro trasportatore, dopo anche la demolizione delle cisterne è la prova tangibile che il percorso si sta concretizzando". Intanto sulla vicenda, l’assessore Patrizia Saccone, finita nel mirino del Pd, ha rilanciato sostenendo che "l’amministrazione segue attentamente ogni fase del processo di dismissione e conversione", con il pd che ha replicato sostenendo che a oggi il centrodestra "si è contraddistinto per la totale incapacità di tutelare gli interessi della città".

Matteo Marcello