Il suo comportamento violento, minaccioso e di forte soggezione psicologica tenuto nei confronti dei genitori con i quali viveva era dovuto a uno stato psicofisico alterato. Un disturbo per il quale il giovane residente in un Comune della Val di Magra era stato affidato alle cure di uno specialista. Il giovane inoltre era convinto che proprio la mamma e il padre fossero la principale causa della conclusione delle sue relazioni sentimentali e per questo si sfogava tenendo atteggiamenti violenti. Nello scorso dicembre al culmine di un nuovo attacco, fatto di minacce sempre più pericolose i genitori sempre più spaventati e preoccupati per la loro incolumità si sono visti costretti a rivolgersi ai carabinieri raccontando la triste vicenda. Si sono confidati con i militari ripercorrendo il dramma famigliare, le botte e gli insulti ammettendo seppur con dispiacere di essere stati costretti in alcune circostanze a scappare di casa rifugiandosi altrove. Di fronte a un quadro inquietante è così scattata la denuncia e il successivo arresto. Dopo i due mesi trascorsi in carcere alla Spezia il giovane è stato poi affidato a una comunità di recupero in Val di Vara. Nell’udienza che si è tenuta in Tribunale davanti al giudice Mario De Bellis, pm Maria Pia Simonetti, al giovane difeso dall’avvocato del foro spezzino Valeria Orlandi (nella foto), è stata riconosciuta l’incapacità di intendere e di volere sulla base della perizia richiesta dal legale e lo hanno assolto dall’accusa di maltrattamenti a una persona di famiglia concedendogli la libertà vigilata. Dovrà rimanere nella struttura della Val di Vara per proseguire il suo percorso di cura. Ma intanto dopo un periodo molto difficile ha incontrato i genitori e il rapporto sembra essere decisamente migliorato.
Massimo Merluzzi