
I golfisti si stanno sfidando sulle 18 buche del Club di Monte Argentario E’ il primo ’Open’ dalla scomparsa di Chimenti
L’"Open d’Italia" di golf 2025, che ha preso il via ieri al Golf Argentario, è il primo orfano di Franco Chimenti, guida della Federgolf per 22 anni e scomparso lo scorso ottobre. La memoria del presidente è vivida grazie alla fondazione nata dalla volontà della famiglia. La Fondazione Franco Chimenti ha tra i propri obiettivi sostenere la ricerca scientifica finanziando progetti e studi clinici che possano elaborare nuove conoscenze e cure per le malattie oncologiche nonché finanziare associazioni che si occupano di sostenere pazienti oncologici e loro familiari. Non solo. Per onorare una vita votata alla crescita del movimento golfistico e al sostegno dei giovani, prevede una serie di attività legate all’individuazione del merito e del talento giovanile che ha la necessità di essere aiutato per raggiungere il massimo della potenzialità. Tra le prime iniziative il ’Memorial Franco Chimenti’, premio destinato al miglior giovane all’Open d’Italia che riceverà un assegno di 25.000 euro e il trofeo ’Eco di Vita’, creato per l’occasione dall’artista Pietro Ruffo. In corsa per il premio Andrea Romano che domenica compirà 25 anni.
Parallelamente l’Academy individuerà e premierà i ragazzi che si sono già distinti per meriti sportivi nel golf offrendo percorsi personalizzati di alta formazione, affiancando competenze tecniche, educazione etica e sviluppo personale. Un ambiente in cui coltivare il talento, rafforzare la disciplina e preparare i giovani ad affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e determinazione. In ambito editoriale è stato presentato il libro "Solo i grandi vincono così", volume da collezione di 304 pagine che celebra cento anni di golf italiano, con un focus sulla 44ª Ryder Cup di Roma. Un racconto per immagini, in gran parte inedite, del quale i ricavati saranno destinati a progetti di ricerca scientifica e a iniziative della Fondazione, con particolare attenzione alle nuove generazioni.
Andrea Ronchi
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