"Raddoppiare l’impianto a biogas?. Serve un’inchiesta pubblica"

Un progetto per raddoppiare la quantità di rifiuti organici e scarti dell'industria agroalimentare è stato presentato alla Regione Toscana. Il comitato Grosseto Aria Pulita chiede una consultazione ampia e ragionata e l'Inchiesta pubblica per valutare gli effetti sulla qualità dell'aria.

Il progetto presentato alla Regione Toscana dalla società "Site" prevede di raddoppiare la quantità di rifiuti organici e scarti dell’industria agroalimentare, da lavorare nell’impianto di San Lorenzo, a pochissimi chilometri dal quartiere Casalone e dal vicino centro commerciale, per produrre energia bruciando il gas generato. "Appare evidente – inizia Matteo della Negra del comitato Grosseto Aria Pulita – la necessità di aprire una consultazione ampia e ragionata, estesa a tutte le persone che vivono a Grosseto. Su diversi aspetti negativi di tale progetto, stiamo preparando le osservazioni da presentare in Regione: dalla necessità di una valutazione cumulativa, già doverosa da anni per valutare gli effetti sulla qualità dell’aria in città a seguito delle emissioni complessive degli otto impianti simili già funzionanti alle porte di Grosseto alla documentazione delle tante segnalazioni di danni prodotte dai cittadini in questi ultimi anni per l’esistenza di odori nauseabondi, agli scarichi abusivi di liquami nella rete dei fossi campestri, al mancato rispetto della programmazione sul trattamento dei rifiuti".

Il progetto è sottoposto ora alla Valutazione di impatto ambientale (Via) e oltre a presentare le osservazioni, che l’ufficio regionale procedente dovrà valutare, il comitato chiede l’Inchiesta pubblica. "In passato si sono svolte inchieste pubbliche sull’inceneritore di Scarlino, sul deposito dei gessi rossi nella cava della Bartolina a Gavorrano e, prima ancora, nella cava di gesso di Roccastrada, e sempre si sono registrati un’ampia partecipazione e dei positivi e utili approfondimenti – chiude della Negra – Il comitato Grosseto Aria Pulita chiede all’Amministrazione comunale, a tutti i consiglieri comunali e a tutte le forze politiche del territorio di attivarsi al fine di richiedere anch’essi alla Regione l’attuazione di questo strumento di democrazia, rammentando che l’Inchiesta pubblica fu concepita secondo le norme volute per favorire la partecipazione dei cittadini".