MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

Dalle favole alla realtà. Lo spazzacamino con il "diploma". Anche per la burocrazia

Stefano Puncioni: ""Ho cambiato lavoro per fare questo, ma prima di iniziare l’attività ho seguito un corso di specializzazione di oltre un anno. E oggi le leggi da rispettare sono molto stringenti".

Dalle favole alla realtà. Lo spazzacamino con il "diploma". Anche per la burocrazia

Dalle favole alla realtà. Lo spazzacamino con il "diploma". Anche per la burocrazia

"Cam-caminì, cam-caminì, spazzacamin, allegro e felice pensieri non ho": chiunque lo ha canticchiato almeno una volta. Armato di scovolo, riccio, aspiratore sempre al suo fianco, pulisce l’oggetto che un tempo era motivo di ritrovo familiare: il camino, appunto. Allegro e felice, con suo sorriso capace di accogliere chiunque incontri. Un mix tra maestro di socialità e competenze tecniche. È proprio lui di cui si parla, lo spazzacamino. Ma, esistono ancora gli spazzacamini? Se a Londra c’era Bert, che amava passeggiava insieme a Mary Poppins, a Grosseto c’è Stefano Puncioni. Lo riconosci subito, dalla sua professionalità e dalla sua divisa, unica, che ti porta indietro nel tempo, facendoti sognare un po’ come nel film della tata magica. Immergendoci dentro a questo mestiere, non molto conosciuto, ci imbattiamo in una storia e tecnica incredibile.

Ma come è nata questa passione?

"Sono originario della Sardegna e sono arrivato in Maremma quando avevo vent’anni. Facevo il trasportatore di bombole di gpl. E per una serie di eventi ho avuto la possibilità di abbandonare questo lavoro ed ho preso la palla al balzo nel 2013 svoltando la mia vita. Ho venduto il camion e sono andato a pulire le stufe a pellet. Nei primi mesi chiedevano anche tante pulizie di canne fumarie e c’erano pochi che lo facevano, quindi cercando su internet mi sono imbattuto in un’associazione che formava spazzacamini con un master. Mi sono iscritto e una volta al mese, per un anno e mezzo, andavo a Brescia. Così ho ottenuto un attestato. All’inizio è stato difficile, però poi le cose hanno iniziato ad ingranare. È così giro per la provincia con il mio furgone che porta la scritta ‘Il Tuo Spazzacamino a Grosseto’".

Che tipo di lavoro è?

"È un lavoro di responsabilità. Non si limita solo alla pulizia, ma lo spazzacamino deve conoscere bene l’oggetto così da capire le criticità e farle presenti al cliente. Spesso risolvo problemi legati al tanto fumo, dannoso, dovuto dallo sporco e dagli impianti montati male. Cerco di spiegare che si può innescare un incendio. I clienti mi ringraziano dopo aver risolto questi inconvenienti restituendo loro un ambiente più salubre. Mi sono fatto conoscere grazie al passa parola e grazie al mio furgone che ricorda l’esistenza di questo lavoro".

Quanto tempo occorre per pulire un camino?

"Circa un’ora e mezzo, a volte due. È da considerare tutta la preparazione dell’ambiente intorno al camino, che circondo con un telo affinché la fuliggine non crei problemi. Ogni volta che posso, salgo sul tetto e poi faccio scendere i macchinari un metro alla volta per pulire, poi trono giù davanti al camino, faccio un piccolo spacco nel telo e aspiro la fuliggine".

Com’è cambiato il lavoro negli anni?

"I camini tradizionali erano meno complessi. Quelli di nuova generazione hanno molte più istallazioni all’interno. Sono cambiate le normative, diventate più stringenti verso la pulizia e le persone sono più consapevoli. E poi sono cambiato io, portando una versione migliore di me nel tempo. C’è stato un risveglio sull’utilizzo del legno. Ci sono più camini, grazie anche agli incentivi".

Che cosa è per lei questo lavoro?

"È soddisfazione. È arrivato dal nulla e non ne faccio più a meno. I clienti ti aprono le porte di casa. Si crea un contatto stretto. È una parte del lavoro che amo. Con quelli più abituali si crea un rapporto di amicizia, si confidano con me. Parte tutto parlando di camini... E poi non manca mai un buon caffè".