Adf rivendica il ruolo: "Non siamo marginali. Quello dell’acqua è un settore strategico"

Acquedotto del Fiora è un'azienda solida, innovativa e sostenibile che fornisce servizi di qualità ai cittadini della Toscana sud. Investimenti e correttivi per la ricerca perdite hanno portato a una riduzione del 10% in 5 anni. Obiettivo: tariffe più basse e servizi efficienti.

di Pino Di Blasio

GROSSETO

Presidente Roberto Renai, è in atto una rivoluzione nel mondo delle utilities; qual è lo stato dell’arte di AdF?

"Acquedotto del Fiora è un’azienda solida, innovativa e sostenibile al servizio della comunità e del territorio, grazie al rapporto di fiducia con i soci che anche quest’anno hanno approvato il bilancio all’unanimità. Abbiamo una chat operativa per ogni Comune, sono 55. Siamo stati inseriti tra le aziende italiane leader della Sostenibilità. Rispetto alla scorsa estate abbiamo avuto il 26% in meno di segnalazioni, il 20% in meno di chiamate al call center guasti, il 20% in più di telecontrollo per intervenire in anticipo. Voglio ringraziare di cuore i nostri 430 dipendenti ora che l’estate si è conclusa al meglio".

Investimenti o correttivi sul fronte della ricerca perdite?

"Le abbiamo ridotte di oltre il 10% negli ultimi cinque anni, dal 47,5% del 2017 al 37,2% del 2022, risparmiando quasi 20 milioni di metri cubi d’acqua. L’obiettivo è scendere sotto il 30% nel 2031. Siena è in classe A, tra le più basse d’Italia: perdite inferiori al 20%, a fronte di una media italiana del 40% e di oltre il 45% nel centro Italia".

Avete una concessione fino al 2031 e avete puntato sugli investimenti: quali i più significativi nei prossimi 2-3 anni?

"Dal mio arrivo nel 2019 ad oggi abbiamo messo a terra 200 milioni di investimenti e sul triennio 2023-2025 sono già in campo 150 milioni, 135 euro annui per abitante. Cifre da nord Europa, la media italiana è circa 50. Tra questi il collegamento da Montedoglio ad Asciano, per poi arrivare entro fine concessione al serbatoio di Montarioso, più fotovoltaico ed efficientamento energetico al depuratore di Ponte a Tressa. Sempre a Siena siamo al 100% di sostituzione dei vecchi contatori con i nuovi smart in telelettura".

Secondo le associazioni di consumatori, abbiamo le tariffe più alte d’Italia. Grosseto e Siena sono al 4 e al 5° posto in Italia per bollette dell’acqua.

"L’obiettivo è il miglior servizio al minor costo possibile. Le tariffe sono definite dalle autorità regolatorie ma a pagare di più rischiano di essere i più virtuosi, come chi costruisce e gestisce depuratori o chi investe per innovare o per ridurre le perdite di rete. Chi non ha depuratori non ha costi e in Italia non sono pochi. Subiamo un dumping territoriale, da noi a sostenere la tariffa sono 52 abitanti per kmq contro una media italiana di 200. Dico no a territori di serie A e serie B. Tra acquedotto e fognatura gestiamo oltre 10mila km di reti, come da Siena a Pechino, e 2.737 impianti. I costi non dovrebbero ricadere tutti sui cittadini, tema che i legislatori non hanno mai davvero affrontato. Servono risposte".

In questa fase si parla molto di multiutility, progetto che vede sindaci e territori, oltre che partiti, fronteggiarsi. Non siete un po’ ai margini?

"Marginali rispetto a cosa? Serviamo un terzo della Toscana e l’idrico è un settore strategico. Peraltro, la nostra società ha vissuto e sta vivendo un rapporto collaborativo e fruttuoso fra soci pubblici e socio industriale. In questa fase storica, con lo smart working, l’attrattività internazionale e la ricerca della qualità della vita, il nostro territorio è sempre più un riferimento. Il provincialismo è un modo di pensare ed agire che non ci appartiene. Su riuso ed economia circolare abbiamo progetti all’avanguardia".

L’ad di Alia, Alberto Irace, stratega della multiutility, ha già avvertito che punta a liquidare Acea.

"I soci pubblici della Toscana sud ritengono che per espletare al meglio i servizi industriali occorrano partner industriali, come in quasi tutto il centro e nord Italia. La nascente multiutility dovrà confrontarsi con questo tema. Acea non è un problema, nel nostro territorio si è rivelata un’opportunità di crescita industriale. Il mio compito è tenere uniti i soci dentro la realizzazione di investimenti e servizi sempre più efficienti. Se le aziende esprimono opinioni politiche si rischia il corto circuito. Ritengo che i processi industriali generino valore in territori con perimetro omogeneo, come la Toscana sud, per attività con parità di governance e obiettivi. Rendere tutti protagonisti per garantire i migliori servizi al minor costo per i cittadini. Alla fine, però, non sta a me decidere: se i soci pubblici della Toscana meridionale saranno convinti, all’esito di valutazioni industriali oltreché solo finanziarie, che la multiutility sia la soluzione che garantisce maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi, calmierando le tariffe, assicurando adeguata rappresentanza e distribuendo equamente gli investimenti su tutti i territori, potranno considerarla come un’opzione possibile".