REDAZIONE FIRENZE

Dragowski è il valore aggiunto della difesa

Personalità in campo e fuori. Quella barba da vikingo curata da oltre un anno. L’intuizione di Freitas

A fine 2017, ogni volta che metteva piede negli spogliatoi, Bartlomiej Dragowski era solito suonare la carica ai compagni sparando a tutto volume nella filodiffusione dei campini "Giovane fuoriclasse", pezzo di Capo Plaza che ha fatto ballare mezza Italia. Con il tempo però il portiere della Fiorentina deve aver preso davvero alla lettera il rapper, visto che da quel momento è stato protagonista di un’ascesa inarrestabile, culminata nell’ennesima prestazione da incorniciare domenica contro il Bologna: da un lato, dopo sei mesi di esperienza ad Empoli, si è preso la maglia da titolare scegliendo di legarsi a lungo al progetto viola (il polacco è stato il primo rinnovo di contratto della gestione Commisso, arrivato in un incontro decisivo a New York durante la tournée negli Stati Uniti), dall’altro si è poi confermato a suon di prestazioni come uno degli estremi difensori più affidabili di tutta la Serie A. Merito di un attento e costante lavoro sui particolari portato avanti in allenamento (e sotto questo aspetto il valore aggiunto è stato il preparatore dei portieri, Rosalen Lopez) ma anche della disponibilità che Dragowski ha sempre dato, visto che oltre alle qualità tecniche è cresciuto anche nel suo ruolo di leader all’interno dello spogliatoio. Una personalità mostrata sul campo ma anche nel look decisamente ardito che lo ha portato ad avere, oltre che una passione per gli stivali e i capispalla sgargianti, una lunga barba modello vichingo curata per oltre un anno e divenuta ormai un tormentone sui social: "Non inganni l’aspetto, ha solo 23 anni. E soprattutto può ancora migliorare: la sua stagione fin qui vale tra il 6,5 e il 7" ha raccontato a FirenzeViola l’esigente padre Dariusz ex gloria dello Jagellonia, club che ha formato da giovane lo stesso Bart e dove, nel mito di Boruc, il numero 69 ha scelto di abbandonare il ruolo di esterno per posizionarsi in mezzo ai pali. Una scelta che con il tempo sta ripagando visto che proprio in questa stagione, certo non la più fortunata per l’ambiente viola, Dragowski è riuscito a coronare il suo sogno arrivando al debutto con la Nazionale maggiore.

Non solo: statistiche alla mano, il classe ’97 (pagato 2,8 milioni dall’ex ds Freitas e oggi sul mercato valutato almeno cinque volte tanto) è in assoluto il secondo estremo difensore del campionato che ha mantenuto più volte la porta inviolata (ben 4 su 15 gare, meglio ha fatto solo Montipò del Benevento) e il quarto con la media-voto più alta tra i compagni di reparto che, come lui, hanno fin qui giocato tutte le prime partite di questa stagione senza mai essere sostituiti. Prandelli può davvero sorridere: quello del portiere, almeno per il momento, non è più un suo problema.

Andrea Giannattasio