Prandelli scommette: "Per sempre in viola"

L’amore per Firenze, una firma in... bianco e quella battuta a Barone: "Fra due, tre, mesi mi chiamerete per prolungare il contratto"

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di Riccardo Galli

Due, tre mesi al massimo e la Fiorentina avrà anche l’allenatore del suo futuro. E chi si affretta a puntare senza dubbi su Maurizio Sarri o forse Luciano Spalletti si sbaglia di grosso. Sta tutta qui, in effetti, la scommessa che Cesare Prandelli ha lanciato alla Fiorentina il giorno in cui è tornato ad essere l’allenatore della Fiorentina.

"Tra due, tre mesi al massimo – racconta così l’allenatore, la sfida con il sorriso sulle labbra, messa sul piatto di Joe Barone il giorno della firma sul contratto –, sarete voi a contattarmi. Per chiedermi il rinnovo...". E addio, insomma, alla soluzione a termine. A quella decisa e sottoscritta prima di tutto con il cuore, senza guardare a scadenze e promesse, e addio alla prospettiva che quella panchina ritrovata dopo anni di sogni e di attesa, possa essere riconsegnata in fretta a chissà chi.

dunque, non si considera un allenatore a termine. Uno chiamato per risolvere i guai per poi tornare a guardare. Prandelli si sente un pezzetto prezioso della Fiorentina, di quella squadra da rivitalizzare e che una volta fatta ripartire potrà essere solo e soltanto ancora sua.

Il nome di Sarri continua a rimbalzare forte? Prandelli, ai microfoni di Radio Rai sorride, sta al gioco, ma mette in un cantuccio queste voci. "Mi sembra fantacalcio... Con la società abbiamo parlato per due ore di calcio e in 30 secondi abbiamo trovato l’accordo. Io per la Fiorentina non ho richieste, voglio solo dimostrare di poter allenare questa squadra. Credo molto in me e in questa società".

Crede nel gruppo Commisso, Prandelli, e crede nel lavoro che è stato chiamato a fare. Autostima e grinta sono le leve che hanno fatto scattare la molla e poi realizzare il suo ritorno in viola, un ritorno che viaggia dritto verso il futuro.

Già, il cuore e quella trattativa (accordo e firma del contratto) che l’allenatore ha valutato solo per una manciata di secondi... perché per tornare alla Fiorentina, per uno come lui, non potevano e non potrebbero esserci paletti. La frase è quella che in pochi sanno usare quando gli si chiede di allenare una squadra. A Firenze, l’ultimo precedente, riaccende i riflettori sulla storia della Fiorentina che fu di Emiliano Mondonico. Anche lui, proprio come oggi Prandelli, dribblò le questioni burocratiche con una scelta che non lascia spazio a considerazioni di alcun tipo: "Per la Fiorentina firmerei e firmo, subito, in fretta e in bianco". Punto. Stop. Inutile aggiungere altro.

"Mi piace molto la famiglia che è stata creata da Commisso – ha quindi aggiunto Prandelli a Radio Rai –. Il marchio della Fiorentina deve essere importante e rispettabile dappertutto".

Alla faccia delle voci di mercato – quelle relative alla panchina – e anche ai dettagli che tengono ancora Sarri e la Juventus lontani da una risoluzione del contratto che in un altro momento pareva l’unico ostacolo per fermare lo sbarco a Firenze del tecnico biaconero.

Ma quello, già, è solo fantacalcio. Adesso alla guida della Fiorentina c’è lui, Cesare Prandelli che solo per i più disattenti dovrà allenare i viola solo fino al prossimo 30 giugno. Quella data però l’allenatore l’ha già spinta molto oltre. Basterà aspettare i prossimi due, tre mesi, quando Cesare, ne è sicuro, avrà vinto la sua scommessa. Quella fatta al tavolo di Barone.

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