Dice di giocare anche per una sorta di riscatto familiare. Il padre, nei primi anni ‘90, era infatti un promettente calciatore bosniaco già selezionato nelle nazionali giovanili. A 21 anni però fu richiamato alle armi nel pantano della guerra civile jugoslava. Una ferita e la sua storia col calcio finì lì. "Da allora - ha raccontato il figlio - ha trasmesso la sua voglia di giocare a me. Mi ha sempre sostenuto ed è come se attraverso di me anche lui fosse riuscito a diventare un calciatore". Dicono che le difficoltà segnino l’animo dell’uomo e le parole di Josip Brekalo, ragazzo-uomo di 25 anni, in qualche modo lo testimoniano. Lasciando intravedere dietro il paravento magico della celebrità e dei privilegi connessi, l’inquietudine di chi ha sfiorato il lato nero della vita e non vuol dimenticarlo.
Brekalo, dunque, esterno guizzante nato apposta per farti fuori in dribbling. Non a caso come numero di maglia si è scelto il 77, non tanto per celebrare chi lo aveva indossato in precedenza (da Gaetano Fontana fino a Yakovenko ed El Hamdaoui) piuttosto per suggerire di come lui si senta un 7 dentro al punto di volerlo mostrare raddoppiato. Lo aveva fatto anche Jose Callejon. Dettagli. Nato a Zagabria, da ragazzo grazie alla sua velocità aveva iniziato con l’atletica e il suo allenatore, Slavko Petrovic, giura che se avesse continuato, oggi sarebbe un brillante velocista. Ma ad attirarlo non era la pista, piuttosto il pallone. Così si presentò alle giovanili della Dinamo Zagabria dove restò per nove anni prima che il Wolfsburg lo notasse.
Ala con una buona propensione all’assist e al gol (in 98 partite con la maglia verde ne ha segnati 16) la Fiorentina lo aveva già messo nel mirino due anni fa, insieme a Milan, Napoli e Lazio. A spuntarla fu però il Torino, che nell’ultimo giorno di calciomercato ne ottenne il prestito. Un colpo. Titolare inamovibile dietro a Belotti, Brekalo confezionò infatti un gran campionato con 8 gol e 4 assist. Per questo tutti in granata ne avrebbero voluto la conferma. Fu lui a dire no. Con l’idea che per giocarsi il Mondiale sarebbe stato meglio far ritorno al Wolksburg. Una scelta sciagurata. Col nuovo tecnico Niko Kovac il feeling non è mai scattato. Il momento giusto per il blitz. Così oggi Josip, per soli un milione e mezzo di euro, è diventato un giocatore viola. Un’opportunità di qualità in più là davanti, come ha dimostrato nello spezzone di partita giocato con lo Spezia, dove in 30 minuti ha toccato 32 palloni con un palo, 3 occasioni da gol create e 3 passaggi chiave. Numeri che raccontano le potenzialità di un attaccante esterno che sembra avere in dote più gol dei compagni di reparto.
"Là davanti è il più freddo di tutti", ha detto mister italiano, riassumendo la fiducia che l’entourage viola ripone di lui. Brekalo, l’uomo del riscatto familiare, possibile arma in più di una squadra, la Fiorentina, che dopo gli ultimi anni anemici di gioie, in quanto a riscatto sportivo ne ha forse più desiderio di lui.