Gaia Nanni: "Emergenza chiama creatività"

Una delle migliori attrici fiorentine si racconta: "Annullare tournèe dopo averle pensate in sicurezza, impone grandi sfide"

Gaia Nanni

Gaia Nanni

Firenze, 22 novembre 2020 -  «Questa seconda ondata non ha il sapore della prima. Annullare una tournée dopo averla ripensata in sicurezza, ci impone una sfida ancora più grande: non lasciarsi andare ed essere ancora più creativi. Perchè l’ emergenza chiama ed esige creatività". Gaia Nanni, the day after il lockdown: mamma di due diabolici gemelli seienni, a piede libero per casa , attrice e, grazie a un recente sondaggio, vincitrice dello scettro di "personaggio fiorentino", di cose da dire ne ha. E non poche.  

Gaia il momento è tristissimo per i teatranti di ogni ordine. "Lo è. Ed è necessario ripensare la realtà in modo inedito anche fuori dal teatro, e trovare delle strade alternative: a questo sono chiamati i creativi. Faccio esempi pratici: la didattica dai balconi" del maestro Tonino Stornaiuolo. Si chiude la scuola a Napoli? L’insegnante e i suoi collaboratori sono andati nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, nel centro storico di Napoli per fare lezioni all’aperto. Si può fare".  

Diceva dei creativi. "Ci sono innumerevoli momenti di stallo in cui mi dico senza esitazione: è lì che c’è bisogno di un creativo. Nell’affabulare gli studenti nella didattica a distanza, nel restituire valore alla lettura".  

Parla da madre o da attrice adesso? "Da mamma e da attrice perchè credo fortemente che si debba stabilire un ponte tra la scuola e il teatro. Impiegare le nostre forze attoriali in un mondo nuovo. Proviamo ad immaginare una enciclopedia video a disposizione dei nostri studenti, pillole tematiche sulla filosofia, sulla storia, sui grandi personaggi dei nostri tempi. Potrebbero essere contributi avvincenti fatti e pensati dagli attori a supporto dei docenti in questa giungla che è la Dad".  

Capitolo teatro: cosa sta facendo? "La prossima settimana ci sarà un tavolo di lavoro proprio su questo tema in quella che ormai da anni definisco la mia casa: la compagnia teatro popolare d’arte diretta da Gianfranco Pedullà. Se non possiamo stare tra le persone, almeno staremo tra i bisogni delle persone. C’è stata un grosso grido di dolore da parte dei tanti lavoratori del mondo dello spettacolo. Ci siamo detti: e a noi chi ci pensa? A noi che produciamo bellezza?".  

Spieghi meglio: vuole essere in qualche modo salvata? "No, non voglio essere salvata perché produco bellezza. Ma non esistono lavori più importanti di altri e la dignità della mia cartolaia pesa esattamente quanto la mia. Ma rivendico il diritto di essere tutelata dallo Stato perché sono lavoratrice autonoma e con partita Iva che versa in tasse più del 50% di quello che guadagna".  

Dunque? "Vorrei essere tutelata non perché sono un’artista che produce bellezza ma perché ho una famiglia, faccio la spesa, ho le rate del mutuo e pago con le mie tasse i servizi di cui tutti godiamo. Sanità compresa".  

Gaia e i social: un bel binomio. "I social mi piacciono, accorciano le distanze e mi aiutano a sentire vicina la mia comunità. Perché alla fine per me ragazza degli anni 80, Facebook non è che la piazza di paese in cui si può gridare: “Ragazzi oggi giornatuccia e voi”? E scoprirsi a sorridere oppure a far ridere qualcuno che ha avuto, forse, una giornata peggiore della mia".  

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