Udienza preliminare sullo scandalo rifiuti concerie: slitta al 10 maggio per mancate notifiche

L'udienza preliminare sullo scandalo dei rifiuti delle concerie in Toscana slitta al 10 maggio per mancate notifiche. Presenti Regione Toscana, Cgil, Comuni, assente Santa Croce. Preoccupazione per coinvolgimento delle mafie. Pubblico ministero deposita quattro faldoni di consulenze sui terreni.

Falsa partenza per l’udienza preliminare sullo scandalo dei rifiuti delle concerie finiti nei sottofondi dei cantieri di mezza Toscana con la presunta complicità delle ’ndrine: è slittata per alcune mancate notifiche al 10 maggio.

Ma intanto l’elenco di presenti e assenti fa discutere. C’è la Regione Toscana come parte civile (anche se la sua costituzione, come tutte le altre, dovrà essere sottoposta all’accettazione da parte del giudice Gianluca Mancuso), la Cgil, l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Arezzo, la Metrocittà di Firenze; ci sono diversi Comuni (Pisa, Massarosa, Bucine, Terranuova Bracciolini, Empoli, Pontedera, Montaione, Peccioli, Crespina Lorenza), ma non quello di Santa Croce, che ha votato di non costituirsi parte civile, tenendosi aperta la porta della richiesta di risarcimenti, e non si vede neanche la sua sindaca imputata, Giulia Deidda.

In compenso, ci sono tante associazioni, anche della società civile, che hanno chiesto di partecipare al processo, preoccupate soprattutto per il rischio che i tentacoli delle mafie possano allungarsi ulteriormente. Così come Ledo Gori, capo di gabinetto dell’ex governatore Enrico Rossi e, per qualche mese, pure di Eugenio Giani.

Il mese che manca alla prossima udienza servirà anche ai difensori per analizzare ciò che il pubblico ministero Giulio Monferini - alla sua ultima udienza prima di andare in Cassazione - ha depositato a sorpresa. Si tratta di quattro faldoni, che dovrebbero contenere soprattutto consulenze sui terreni.

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