Silvio Branzi e lo straordinario archivio d’arte da 14mila voci

Presentati domani a Firenze i risultati del progetto sull'archivio di Silvio Branzi, giornalista e critico d'arte, grazie alla digitalizzazione dei materiali finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Domani alle 15 a Firenze, nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi vengono presentati i risultati del progetto ’La ricomposizione di un archivio. Il caso Silvio Branzi dalla carta alla rete’, promosso dall’Archivio del ’900 del Mart di Rovereto e dall’Archivio contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux di Firenze. 14mila ’voci’: nomi di artisti, movimenti, eventi, luoghi e musei; e poi ancora nomi di critici d’arte, collezionisti, galleristi. Sono intestazioni di buste e cartelle, che contengono articoli a stampa, inviti e locandine, riproduzioni di opere, fotografie, appunti e corrispondenze.

Di queste 14.000 voci è composto l’archivio professionale di Silvio Branzi: i materiali raccolti gli furono indispensabili nel corso di una lunga carriera professionale. Nato a Vermiglio in provincia di Trento nel 1899, Branzi è stato giornalista, critico d’arte e scrittore; ha lavorato per il quotidiano veneziano Il Gazzettino e ha collaborato con molte riviste, fra cui La Fiera letteraria, Convivium, L’Osservatore politico letterario, Arte Veneta. Alla sua morte, nel ’76, la sorella Anita destinò la parte principale dell’archivio al Gabinetto Vieusseux di Firenze, allora diretto da Alessandro Bonsanti, che aveva costituito da poco l’Archivio contemporaneo; al Comune di Trento vennero invece donate la fototeca e la biblioteca, che appartengono al patrimonio del Mart fin dalla sua istituzione.

L’archivio di Branzi risultava fino a ora corredato da uno scarno elenco dei nomi: è consultabile oggi grazie a un inventario unificato, che permette di conoscere le consistenze delle singole buste, con la descrizione della documentazione contenuta. Il fondo nella sua interezza comprende i materiali librari, una biblioteca di oltre 6.000 titoli, ormai completamente schedata grazie alla catalogazione di 1.000 nuovi opuscoli.

Documenti editi e inediti sono resi disponibili per ricerche aperte in tante direzioni. Branzi è critico militante; dà sostegno a una serie di artisti emergenti; conosce l’ambiente veneziano; scrive approfonditi resoconti sulle Biennali; fornisce aggiornamenti su mostre, pubblicazioni, convegni, che hanno segnato la storia dell’arte italiana fra primo e secondo Novecento. Emerge inoltre dalle sue carte la rete di contatti con i colleghi, con esimi studiosi, con docenti e direttori di istituti. Circa 800 voci confluiscono in un portale dedicato di Internet Archive: qui si possono consultare e sfogliare più di 10.000 immagini digitali dell’Archivio Silvio Branzi, scansionate da Benedetta Gallerini e messe in rete da Giorgio Commini.

Tutto ciò è stato possibile grazie a un progetto - iniziato nell’autunno del 2022 e conclusosi in questi giorni - che si è avvalso del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Il lavoro di digitalizzazione delle carte è stato finanziato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

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