
Stop il 5 novembre. Il passaggio nella gestione dei servizi preoccupa. Uffizi, Opificio e direzione regionale: "Campagna di disinformazione" . .
Il cambio di gestione dei servizi museali degli Uffizi, dell’Opificio delle Pietre Dure e del Polo museale della Toscana avviene in un clima sempre più teso, con un acceso botta e risposta tra i sindacati Filcams Cgil, Uiltucs Toscana e la rsu di Opera - che hanno proclamato uno sciopero per il 5 novembre - e le direzioni museali. In particolare, il direttore degli Uffizi, Simone Verde, non avrebbe gradito le dichiarazioni fatte dai sindacati durante la conferenza stampa di ieri, tenutasi nel piazzale antistante il museo. I rappresentanti dei lavoratori hanno riferito che il direttore, in un incontro, avrebbe "sostanzialmente disconosciuto il documento siglato il 19 dicembre 2023 dall’ex direttore Eike Schmidt, all’epoca anche Rup, ossia responsabile unico del procedimento". L’accordo, firmato anche dalla Regione e dal Comune di Firenze, garantisce, hanno spiegato i sindacati, il mantenimento del posto e delle condizioni contrattuali e retributive per i circa 200 lavoratori che passeranno dall’attuale concessionario, Opera Laboratori Fiorentini, alla nuova gestione dell’Ati CoopCulture-Electa, vincitrice del bando. A complicare ulteriormente la situazione ci sarebbe il ruolo di Opera che, secondo quanto sostenuto dalle direzioni dei musei, non starebbe fornendo tutti i dati necessari per il passaggio, in particolare la lista completa degli addetti a biglietterie, sorveglianza e accoglienza. Ma Opera smentisce e sostiene di aver fornito i dati relativi alla clausola sociale tramite l’Ati Giunti, di cui Opera Laboratori fa parte, "prima della gara". In serata la controreplica di Galleria degli Uffizi, Opificio delle Pietre Dure e direzione regionale dei musei nazionali della Toscana: "I dati non sono aggiornati e sono superiori a quelli dichiarati ai media dai sindacati. Perché Opera non assume un atteggiamento collaborativo e trasparente per agevolare il passaggio dei servizi?".
In questa intricata vicenda si inserisce lo sciopero del 5 novembre, il secondo dopo quello di luglio 2023, che è stato indetto dai sindacati per chiedere garanzie sul futuro occupazionale, contrattuale e retributivo dei lavoratori. "Ad oggi – hanno spiegato Laura Zucchini della Uiltucs Toscana e Riccardo Pollastri della rsu di Opera – non abbiamo garanzie che verranno mantenuti i posti di lavoro e alle attuali condizioni".
Dalla Galleria degli Uffizi, dall’Opificio delle Pietre Dure e dalla direzione regionale dei musei nazionali della Toscana è arrivata però una ferma smentita: è in atto, dicono, una "continua campagna di disinformazione". "I dipendenti in sciopero per le loro legittime rivendicazioni non hanno come controparte i musei, oggi irresponsabilmente strumentalizzati, ma i loro datori di lavoro attuali e futuri" e "l’amministrazione non può andare contro la legge", hanno precisato. "Questo approccio allontana la possibilità di garanzie sociali e genera confusione e incertezza, a scapito dei lavoratori che si pretende di tutelare". Intanto in serata la nuova concessionaria, l’Ati CoopCulture, ha assicurato che garantirà "la piena continuità lavorativa, retributiva e contrattuale per gli addetti che saranno impiegati nella nuova concessione", anche se ancora non ha sottoscritto il contratto perché sono pendenti "al Tar della Toscana le istanze di sospensione promosse con il ricorso da parte degli altri operatori economici". Le direzioni museali hanno quindi invitato i sindacati a revocare lo sciopero, ma l’appello è stato respinto. "Non possiamo lasciare all’improvvisazione del ministero della cultura, e ai tribunali, la soluzione di un problema così complesso", ha detto invece l’assessore al lavoro del Comune di Firenze, Dario Danti, intervenendo sulla vicenda, mentre a fianco dei lavoratori si sono schierati la consigliera regionale Cristina Giachi e i parlamentari toscani del Pd Emiliano Fossi, Arturo Scotto, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Silvio Franceschelli e Ylenia Zambito.
Monica Pieraccini