
Dopo un grave incidente stradale, Andrea Gaietti ringrazia i vigili del fuoco che lo hanno salvato, mostrando gratitudine e determinazione nel suo percorso di guarigione.
Dopo 143 giorni di ospedale, è tornato finalmente a casa, per poi uscirne pochi giorni dopo e fare ciò che ha desiderato fin dal primo momento: ringraziare chi gli ha salvato la vita. Andrea Gaietti di Pelago, 50 anni festeggiati il 1° luglio al Don Gnocchi, si è presentato al comando dei vigili del fuoco di Figline o e ha abbracciato e brindato con la squadra che la mattina del 27 febbraio lo ha strappato alla morte. Titolare di una ditta di trasporti, Andrea quella mattina era sul suo camion. "Pioveva a dirotto. All’altezza del cimitero di Incisa, mi son trovato di fronte contromano un altro camion. Mi sono fermato d’istinto. L’altro si è buttato tutto sulla destra, ma il suo semirimorchio mi ha colpito in pieno, schiacciando il mio abitacolo". La cintura lo ha salvato da un trauma cranico, ma non sentiva più le gambe. "Un ragazzo mi ha rassicurato di aver già chiamato i soccorsi. Gli ho chiesto di chiamare mia moglie. Le ho detto di portare le figlie a scuola e di venire poi all’ospedale. Ma ero certo che sarei morto e che quella sarebbe stata la nostra ultima chiamata". Dopo 2 minuti sono arrivati i vigili del fuoco. "Hanno provato a tirarmi fuori dalle lamiere, ma non era possibile: avevo un dolore lancinante. Il comandante mi ha rassicurato, poi è riuscito a fare entrare il medico del 118 che mi ha sedato. Mi sono risvegliato ore dopo a Careggi". Gravissime le ferite: lesione al polmone sinistro, due vertebre rotte, 5 costole scomposte, sterno, femore destro, entrambe le rotule, piatto tibiale sinistra e testa del perone destro rotti. Le fratture alle gambe tutte scomposte. Dopo una settimana, dopo aver stabilizzato il polmone, è stato operato. Dopo 3 settimane tra terapia intensiva e reparto, è stato trasferito in una casa di cura di Pontassieve; dopo 80 giorni, è andato al Don Gnocchi per 2 mesi. Il 18 luglio è tornato a casa. "Il giorno dopo l’incidente – dice -, ho subito contattato vigili del fuoco, carabinieri e medici che mi hanno salvato. Per ora son riuscito a ringraziare i vigili, ma voglio farlo anche con gli altri. Si sono meravigliati: nessuno li ringrazia. Eppure ci salvano". Ancora lnon sa se potrà tornare al suo vecchio lavoro. "Ma ci sono e sono grato di esserci. Mia moglie e le mie figlie sono venute con me a ringraziare i miei salvatori. Glielo dobbiamo".
Manuela Plastina