Renza e Mauro, memorie di guerra: "Noi, cresciuti sotto le bombe"

I ricordi dei due grevigiani tra i pochi testimoni del secondo conflitto mondiale rimasti in vita. La paura degli ordigni, i rastrellamenti e le ribellioni: "Sentiamo ancora il suono degli allarmi".

Renza e Mauro, memorie di guerra: "Noi, cresciuti sotto le bombe"

Renza e Mauro, memorie di guerra: "Noi, cresciuti sotto le bombe"

"Anche dopo la Liberazione e dopo la vittoria della Repubblica, la paura del fascismo nelle persone è rimasta per un bel po’. Dopo 20 anni di regime, di oppressione non era facile godere subito della libertà riconquistata. Per un po’ c’è stato il timore che la dittatura potesse tornare". Mauro Mazzoni, grevigiano, ha 86 anni. È nato quando il fascismo aveva appena emanato le leggi razziali. Il ricordo più vivo è quello della Liberazione quando di anni ne aveva sei. Di certo, il regime ha condizionato i primi anni di vita.

Così è stato per Renza Viviani, anche lei di Greve in Chianti. Di anni ne ha 89. Ma ha ancora ben in mente quei giorni. "Quando facevo la quinta, passò la guerra da noi. Mi ricordo che suonava l’allarme. Una mattina s’arrivò a scuola e tutti i vetri erano per terra: era caduta una bomba a Zano e si erano rotti con lo spostamento d’aria". La vita pubblica doveva rispettare ritmi e regole. "C’era la dittatura con la maestra che cantava "Vincere, vincere, vinceremo!". Ma la vita privata era di ribellione. " In casa mia, nessuno aveva la tessera del fascio. Mio zio Dante era il più ribelle. Era del ‘29: al passaggio del fronte aveva 15 anni. Non si voleva vestire da balilla e lo tennero una notte in prigione".

Sono la testimonianza in presa diretta dell’Italia della Guerra e del passaggio del fronte, nell’estate del 1944, e che sono state lo spunto per "80 Anni di Libertà La strada per la Liberazione nel territorio di Greve in Chianti attraverso il racconto dei testimoni" il volume realizzato dal Comune di Greve in Chianti, edizioni Chiria, che sarà presentato oggi alle 17 al museo di San Francesco. Ricordi che si uniscono a quelli di Marisa Vettori, 93 anni che ricorda come i nazisti uccidevano senza motivo. "I tedeschi si erano stabiliti a Villa Buonasera – racconta - , requisivano il bestiame e terrorizzavano i civili. Il 21 luglio ci fu un rastrellamento, catturarono alcuni uomini tra cui mio zio Ferdinando e il cugino del mio babbo e li fucilarono a Villa Buonasera. Mio padre fu costretto a ricoprire la fossa dei suoi compagni e riconobbe mio zio dalle scarpe indossate al momento della fucilazione". Il volume nasce da un lavoro complesso, meticoloso, coordinato dall’assessore alla Cultura Giulio Saturnini per rendere onore alla dignità, al coraggio e alla memoria di chi perse la vita a causa della ferocia nazifascista e trasmettere alle nuove generazioni il sacrificio dei civili, uomini e donne. La presentazione del libro è associato alla mostra fotografica e documentale "80 anni di libertà". Per questo il sindaco Paolo Sottani tiene a ricordare il conferimento della medaglia al merito civile al Comune di Greve in Chianti avvenuto nel 2005 per la partecipazione della popolazione grevigiana alla lotta di Liberazione e per le sofferenze patite. Alla realizzazione della pubblicazione hanno collaborato Tiziano Allodoli, Italo Baldini, David Bencini, Alessandro Bencistà, Maria Giovanna Bencistà, Anna Maria Ferruzzi, Marco Hagge, Magali Josse, Marco Lazzerini, Andrea Masini, Giuliano Monnecchi, Marco Monnecchi, Sergio Sanmicheli e Alessandra Molletti. Si ringrazia per la collaborazione Foto Ottica Tapinassi

Andrea Settefonti

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