Balli, alcol e urla (senza mascherina). Le notti senza regole di piazza Santo Spirito

Viaggio nella notte senza regole dell’Oltrarno. Centinaia di ragazzi assiepati intorno alla basilica senza protezioni né rispetto per nessuno

Tutti in piazza e senza mascherina

Tutti in piazza e senza mascherina

Firenze, 30 agosto 2020 - L'Oltrarno fa sempre come vuole. E così è, anche se non ci pare. Tira così giù il sipario l’ennesima estate in cui, in piazza Santo Spirito, il regime della costola marcia della movida ha fatto il bello e il cattivo tempo una sera sì e quell’altra pure con gli appelli a garantire un minimo sindacale di rispetto per gli altri che hanno sortito lo stesso effetto di una piuma sbattuta contro una roccia.

E se allo sforamento costante dei decibel – con annesso frullatore perennemente in modalità ’on’ ficcato nei timpani delle orecchie dei (pochi) reduci che abitano Diladdarno – quasi c’eravamo arresi, non possiamo tacere su quello che abbiamo visto e filmato giovedì. Poche ore dopo l’ultimo tg della sera che riportava un inquietante innalzamento di positivi al Covid nel bollettino quotidiano, Santo Spirito ha aperto le danze facendo praticamente tutto quello che non si deve fare. Tutti pigiati, sudati, uno in collo all’altro, con le birre che passano di mano in mano in un trionfo di salive. Su almeno trecento ragazzi presenti (in molti casi sdraiati) in piazza abbiamo contato cinque/sei mascherine. Dieci a esagerare.

L’obbligo di indossarle quando si è in presenza di tante persone, dalle sei di sera all’alba, qui non è che non abbia attecchito, piuttosto non è stato minimamente preso in considerazione. Quel che fa rabbia poi, è la tracotanza. Continua. Muscolare, esibita. "C... voi, perché guardi?".

Nessuno di noi si sognerebbe mai di bacchettare un gruppo di amici che va a farsi una bistecca e magari, dopo cena, si ferma a un bar a bersi un cocktail. Sacrosanto che si riparta. Ma, come dicevano i latini, ’est modus in rebus’. Insomma c’è, ci dev’essere, una misura nelle cose. Nel senso. non ci sono lockdown, nessuno è costretto a restare blindato in casa e le libertà ci sono più o meno tutte, a patto di non mettere a rischio gli altri. Perché provocare?

Un conto è farsi una serata di fine estate, tutti insieme, con le accortezze necessarie. Altra cosa è sbracarsi uno accanto all’altro, senza mascherina, sulle scalinate della basilica, ridendo come pazzi e – scusate l’immagine fortina – sputando saliva come fontanelle. Mezzanotte, attraversiamo la piazza puntando proprio verso il suo monumento simbolo. Nel giardinetto sono appollaiati un gruppone di ragazzi sui 25 anni.

Intercettiamo. "Ma voi quando siete tornati?", "Domenica sera, un casino a venir via dalla Sardegna... C’era il mondo". Ecco, meglio ancora. Magari perlomeno la fatica di allacciare la maschera, visto che sei a tener banco in mezzo a venti persone... Più avanziamo, più si alzano i decibel. Eccoci sulla scalinata. C’è un tizio che suona la chitarra. E’ pure bravino se non fosse per il fatto che intorno ha una claque non indifferente che si concentra in non più di tre metri quadri.

Altri due passi, in direzione via Maggio. "Coca, vuoi la coca?". Ecco, stavamo in pensiero, ci mancava solo lui. Al posto del solito ’no’ stavolta scegliamo di ingannarlo per vedere di nascosto l’effetto che fa. "Ripassiamo tra dieci minuti" rispondiamo quindi fingendo interesse. Così ci spostiamo in strada e osserviamo. Il vispo ragazzotto con maglietta bianca firmatissima e berretto d’ordinanza confabula – indicandoci con una sveltissima occhiata complice – con l’amico appoggiato sulla ’fiancata’ della basilica. Questo fa sì con la testa, si alza, attraversa la piazza e il ragazzo di bianco vestito ci fa il cenno dell’ok.

Sì, va bene, buonanotte. Ce ne andiamo ancora. Il tempo di dar un’occhiata all’ennesimo gruppone sdraiato accanto alla basilica. Sembrano più grandi della media, trent’anni forse anche qualcosa di più. La colonnina della maturità, tuttavia, non fa registrare significativi innalzamenti perché questi giovani si stanno rotolando l’uno sull’altro facendo girare un bottiglione di plastica pieno di vino (improbabile il colore, comunque diciamo rosso). Si cade, si finge di scalciarsi, ci si abbraccia, ci si avvinghia. E poi urla da televisore sparato al massimo.

E’ Santo Spirito bellezza, l’enclave senza legge della città. Son quelli che la fanno sempre franca, che se dici pio di puntano il dito contro, che ballano sulle auto in sosta, che minacciano i disgraziati affacciati alle finestre che alle due chiedono legittimamente di poter chiudere un occhio. Buonanotte Firenze, siamo alle solite. Inizi ad essere ripetitiva. E brutta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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