Maria Bianca Viviani della Robbia Un grande cuore

Biancastella

Antonino

Abbiamo incontrato in questa colonna scrittrici, imprenditrici, cantanti e artiste, ma le fiorentine sono state anche delle grandi benefattrici, pioniere di solidarietà nei momenti difficili della nostra storia e per questo il ritratto di oggi è dedicato a Maria Bianca Viviani della Robbia, che oltre alla sua attività di scrittrice e imprenditrice, si impegnò durante la guerra del 1915-18 in azioni umanitarie e di utilità sociale. Nasce a Marsiglia nel 1884 ma cresce a Firenze dove viene educata dalle suore nel collegio di Badia a Ripoli. A 15 anni va vivere con la nonna e la madre e mostra subito una grande inclinazione per la scrittura componendo a 16 anni Il suo primo romanzo autobiografico, in cui racconta proprio il periodo della sua giovinezza. Nel 1904 si sposa, ha una figlia ma il matrimonio fallisce e Maria Bianca si dedicherà completamente alla scrittura. Collabora sotto pseudonimo a varie riviste, stringe una grande e duratura amicizia con Amelia Rosselli e gli Orvieto e per il loro tramite si avvicina all’ambiente intellettuale del Vieusseux. Per molti anni scrive anche sul "Marzocco" e nel 1921 fonderà la Società Amici del libro, trampolino di lancio per giovani scrittori. Il suo impegno sociale non si ferma alla promozione della lettura e della cultura, ma fa molto di più. Allo scoppio della guerra mondiale si prodiga in diversi Comitati civici per la raccolta di fondi per le famiglie dei soldati al fronte. Crea la stampa del Calendario del soldato, per i cui testi coinvolge artisti e scrittori, destinando i proventi delle vendite ai combattenti; con lo stesso fine avvia la produzione della Carta da lettere del soldato, fogli abbelliti da incisioni abbinate a motti patriottici; questa carta fu molto apprezzata in tutta Italia, tanto che la produzione continuò dopo la guerra con il nome di Carta della Vittoria. Altrettanto impegno lo mette per migliorare la condizione sociale dei contadini, modificando in maniera sostanziale la conduzione mezzadrile nella sua fattoria a Panzano. Muore a Firenze nel 1971 ma tutta la sua vita scorre nelle carte del suo archivio conservato al Vieusseux.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro