Luci e ombre, finita l’esperienza Cas

La storia del Centro di accoglienza straordinaria in via Mazzini si è conclusa con l’uscita degli ultimi ospiti

Migration

di Sandra Nistri

Nel 2018 l’esperienza era addirittura finita sulle colonne del britannico "The Guardian" come modello da seguire per l’accoglienza. Plauso non sempre condiviso dai residenti in zona che, in più occasioni, hanno espresso preoccupazioni per l’esperienza in pieno centro cittadino. Ora la storia del CAS (Centro di accoglienza straordinaria) all’interno dell’ex hotel Gerlino in via Mazzini si è conclusa con l’uscita degli ultimi ospiti, pochi giorni fa.

In vista della completa dismissione i nuovi arrivi erano stati da tempo diradati e poi interrotti e i migranti indirizzati, di volta in volta, verso altre strutture del territorio individuate dalla Prefettura. L’ex albergo era stato adibito a CAS nell’estate 2017 con il trasferimento al suo interno di circa 50 migranti fino a quel momento alloggiati nei locali di via Fratti. Una scelta che aveva provocato anche proteste da parte dei ‘vicini di casa’ tanto che i gestori avevano immediatamente promosso occasioni di incontro per favorire una convivenza positiva che fosse anche una occasione di coinvolgimento e integrazione.

Grazie alla collaborazione di associazioni ed esercenti i migranti ospitati sono stati destinatari di diversi progetti, con la possibilità di accedere ad attività sportive, culturali, di volontariato e teatrali, queste ultime culminate nello spettacolo "Parembolè" rappresentato nell’ambito della kermesse "Sesto Mondo". Gli ospiti hanno anche partecipato a lavori di orientamento e preparazione al mercato del lavoro.

"L’esperienza del CAS del Gerlino – dice l’assessore alle Politiche sociali Camilla Sanquerin - nacque in un momento in cui il dibattito intorno all’accoglienza era esasperato nei toni e inumanamente strumentalizzato a fini elettorali da una precisa parte politica. Anche se il centro chiude soltanto oggi i progetti di integrazione e le attività che ne avevano fatto un modello si erano, purtroppo, resi molto difficili già da tempo in seguito all’entrata in vigore dei cosiddetti Decreti Salvini che hanno trasformato questi centri in una sorta di limbo in cui i richiedenti asilo sono costretti a non far niente in attesa di conoscere il proprio destino. Un ringraziamento sincero ai responsabili, alle operatrici e agli operatori del centro e a Sesto, alla nostra città, che ancora una volta si è dimostrata accogliente e solidale".

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