"Ci lascia il più grande di tutti, il Maestro assoluto, il “sempre giovane” perché il solo a incarnare la suprema raccomandazione di Barrault di “conservare sempre nei confronti del Teatro una sorta di verginità permanente“". Marco Giorgetti, direttore generale della Pergola, ricorda così Glauco Mauri, scomparso sabato notte a Pesaro, sua città natale, all’età di 94 anni.
Il grande attore e regista, decano del teatrale italiano, avrebbe dovuto aprire la stagione della Pergola il prossimo 6 ottobre, con “Il Profundis“ di Oscar Wilde. Nei possimi giorni, insieme alla compagnia, si deciderà come sostituire lo spettacolo in cartellone. La Pergola è piena della leggenda di Glauco Mauri, fin da quel suo primo Portinaio del “Macbeth” di 70 anni fa. "Per questo gli fu assegnato il premio della Medaglia degli Immobili – prosegue Giorgetti –, riconoscimento del suo essere parte della Pergola per averla fatta e conformata. Con lui se ne è andato il grande sciamano del Teatro sacro e insieme di quello Rozzo e di quello Popolare, secondo le definizioni di Brook, il nostro Chaplin, come diceva Strehler, più grande di Chaplin perché, oltre a incarnare la sua propria poetica e a dirigere sé stesso, ha saputo mettersi al servizio dei grandi autori e dei grandi registi".
Un ricordo arriva anche dalla sindaca Sara Funaro e dall’assessore alla cultura Giovanni Bettarini, che sottolineano come Mauri "con il suo talento infinito e la sua passione abbia donato a tutti noi la sua attenta lettura della persona e della vita".
O.Mu.