In venti anni le superfici coltivate a grano duro in Toscana sono diminuite di un terzo, passando da 100mila a 60mila ettari. Una emorragia che può essere contrastata ridando certezze ai cerealicoltori a partire da un prezzo stabilito prima della semina. A dirlo è Coldiretti Toscana alla presentazione del progetto "Cereale sicuro" promosso da Consorzi agrari d’Italia. "È un nuovo ed innovativo strumento, che lega insieme aspetti tecnici e finanziari, e che cambia le regole del gioco - spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana -: consente ai cerealicoltori di pianificare al meglio la loro campagna colturale e garantire risultati certi e trasparenti già al momento della firma del contratto con Consorzi Agrari d’Italia. Lo snodo è questo: mettere nelle condizioni le imprese di seminare avendo la certezza di un compratore e di avere subito tutti i mezzi tecnici necessari per la coltivazione pagandoli a settembre 2025 dopo la vendita e l’incasso del raccolto ma anche di poter accedere ai contratti di filiera fondamentali per il riconoscimento di un giusto prezzo, remunerativo per l’azienda. Noi crediamo che questo sia uno degli strumenti giusti da mettere in campo per ridare speranza ad un settore in fortissima difficoltà".
"Il nostro intento è superare le difficoltà e incertezze dei mercati ponendoci al fianco degli agricoltori con soluzioni concrete e vantaggiose per loro - spiega Fabio Lombardi, direttore Consorzio del Tirreno e Consorzio agrario di Siena Cai -. Con Cereale sicuro inauguriamo una nuova proposta che qualifica anche il ruolo di Cai, offrendo al settore agricolo soluzioni orientate a una sostenibilità autentica, che integri aspetti ambientali, sociali ed economici"