Gli alpinisti fiorentini donano il loro bivacco sul Gran Paradiso

Chiuso per la riduzione del ghiaccio sulle pendici dell’Herbetet. Una volta smontato, sarà ricollocato nel museo del Forte di Bard

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La passione per l’alpinismo è di casa anche in riva all’Arno, tanto che gli appassionati fiorentini riescono a distinguersi non solo per le loro capacità in parete, ma anche per l’attenzione all’ambiente e alla sicurezza per chi sceglie le alte via. A tale proposito il Cai Firenze ha donato al Forte di Bard il bivacco Renzo e Sebastiano Sberna. La struttura era posizionata sul colle est del Grand Neyron, sulle pendici dell’Herbetet a 3.414 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale Gran Paradiso.

Di proprietà del Cai Firenze, era stata chiusa nel luglio di tre anni fa per problemi di stabilità legati alla forte riduzione del ghiacciaio del Gran Neyron. L’aumento delle temperature aveva già portato alla scomparsa del ghiaccio sul fianco nord del colle su cui era posta la struttura, trasformando il già ripido pendio in frana di sfasciumi di terra e rocce in continua erosione. Di qui la decisione di chiuderlo e ora di portarlo in sicurezza a valle.

"Siamo grati al Cai Firenze per questo dono - commenta la presidente del Forte di Bard, Ornella Badery - Nelle prossime settimane il bivacco sarà collocato nel polo museale valdostano: ne racconteremo la storia, dalle origini sino alla sua attuale mutata funzione, una testimonianza delle conseguenze della riduzione dei nostri ghiacciai, che andrà ad arricchire i percorsi espositivi in corso legati al progetto Save the glacier".

"Anche se con un po’ di tristezza per quello che il bivacco ha rappresentato per la nostra Sezione e per tutti gli alpinisti che, lì, hanno trovato rifugio da oltre 70 anni - aggiunge il presidente del Cai Firenze, Luigi Bardelli - Ringraziamo sentitamente il Forte di Bard e la sua presidente, Ornella Badery, per l’opportunità di una nuova vita concessa a questa storica struttura d’alta quota, costruita nel 1950 da alcuni nostri Soci, con il contributo degli Alpini del Battaglione Aosta".

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