L’alluvione di questi giorni che ha colpito la Toscana e in particolare l’Alto Mugello continua a far sentire i suoi effetti. Per fortuna non ci sono state vittime ma le frane, gli smottamenti e le interruzioni di strade che hanno interessato Marradi, Palazzuolo Sul Senio e Firenzuola continuano a tenere bloccate in casa decine di famiglie.
"Una prima ricostruzione ci porta ad individuare danni per circa 5 milioni – spiega il presidente Giani, – Rimaniamo perplessi che il Governo, nel dichiarare lo stato emergenza lo abbia fatto per l’Emilia Romagna e per le Marche ma non abbia considerato la Toscana". Il presidente rende noto che domani, probabilmente, chiederà lo stato d’emergenza. Danni minori rispetto all’alluvione del 2023, ma comunque devastanti. Abbiamo chiesto al sindaco di Marradi Triberti, una panoramica sullo stato dell’arte nel Comune mugellano, tra i più colpiti.
La situazione a Marradi?
"Abbiamo ancora diverse strade chiuse, e stiamo intervenendo per riaprirle presto. Per alcune ciò sarà possibile in breve, altre, come le strade di Grisigliano e di Bulbana, dove i danni sono più consistenti, avranno necessità di lavori più lunghi. Intanto si lavora per togliere dall’isolamento le decine di persone bloccate a causa delle frane; nella zona di Abeto abbiamo disposto l’evacuazione di una signora che vive al di là di una strada interrotta".
E’ andata meglio rispetto all’alluvione del maggio 2023?
"I danni sono inferiori perché le precipitazioni si sono concentrate in un territorio meno esteso, ma i danni sono importanti e stanno fiaccando ancor più un paese che in un anno e mezzo ha dovuto già affrontare tre alluvioni e un terremoto".
Tra i problemi maggiori vi è nuovamente quello dei collegamenti con la Romagna e in particolare la situazione della Ferrovia Faentina…
Sicuramente, la Faentina è stata duramente colpita, da vari fronti di frana. Mi sono sentito con RFI: sono in corso i sopralluoghi e all’inizio della settimana ci diranno che tipo di interventi dovranno eseguire. Purtroppo poi vi sono varie strade provinciali e regionali di collegamento con la Romagna, danneggiate e interrotte, strade che sono fondamentali per andare a scuola e al lavoro, per l’economia, la sanità e il turismo".
Qual è la vostra richiesta?
"Lo ribadisco, abbiamo la necessità che questi interventi vengano fatti nel più breve tempo possibile. E’ un territorio già estremamente provato. Non possiamo perdere tempo, non ci possiamo più permettere di aspettare. L’altro ieri ho chiamato i dirigenti scolastici di Faenza perché tenessero in considerazione lo stato particolare dei nostri ragazzi, ma non possiamo farli vivere in una continua precarietà, e lo stesso vale per i lavoratori".
Non mancano accuse e rimpalli di responsabilità in merito alle opere non fatte…
"A me le polemiche ora non interessano. Ora ho bisogno di riaprire le strade e di far uscire i cittadini chiusi in casa isolati. Di pensare a come mandarli a scuola e al lavoro. Sono necessarie le risorse ma altrettanto importante è togliere la burocrazia da un Paese che ne è soffocato. I ritardi nei lavori dipendono in larga parte da una burocrazia abnorme. Aggiungo che accanto ai fondi per le emergenze c’è la necessità di un vero piano di lotta al dissesto: se ne parla dopo le calamità, ma poi il tema non interessa più. Invece nei territori montani o ci mettiamo in testa di fare investimenti seri, con un programma serio, o saremo destinati ad arrancare sempre più. Inutile parlare di sostegno alle aree interne, se poi concretamente non investiamo in servizi e manutenzione.