"Forteto, inchioderemo i responsabili. L’unica soluzione è il commissario" / LO SPECIALE

Bambagioni (Pd) spiega come vorrebbe la sua commissione d’inchiesta

Paolo Bambagioni (foto Germogli)

Paolo Bambagioni (foto Germogli)

Firenze, 4 luglio 2015 - Il Pd ha reclamato la presidenza della commissione d’inchiesta bis sul Forteto. Uno strumento in più per ottenere, sopra ogni altro, un obiettivo: non farne un processo politico alla sinistra. Paolo Bambagioni è già stato un protagonista della prima commissione. Fu lui a raccogliere le 17 firme allora necessarie per istituirla, ora il Pd l’ha indicato come presidente.

Bambagioni, come sarà la sua nuova commissione?

"Vorrei solo che fosse come la prima, cioè al di sopra delle differenze delle singole parti. Un lavoro da fare soprattutto nell’interesse delle vittime del Forteto e della comunità allargata sul territorio che fa riferimento alla cooperativa. Dovremo affrontare anche il tema del futuro dell’azienda agricola".

La richiesta è per la ricerca di responsabilità politiche, per capire come e perchè certe cose sono potute accadere.

"Non abbiamo comunque bisogno di speculazioni o strumentalizzazioni politiche".

Ma anche lei ha parlato di responsabilità?

"Certo. Dobbiamo cercare però responsabilità oggettive, non generiche, nè di carattere generale. Vuole un esempio? Ci sono provvedimenti del Tribunale dei minori che ha affidato minori a quella comunità che evidentemente non ne aveva i requisiti. E poi il controllo sul lavoro dei servizi socio sanitari: ci sono persone fisiche che avevano il compito di controllare e verificare e andrà capito bene come mai non hanno svolto bene il loro compito".

Ci sono stati anche tanti politici che hanno sostenuto e difeso il Forteto, quelli che ci andavano in visita la domenica o a farci la spesa con le famiglie...

"Se ci sono dei politici che hanno cercato di coprire certe cose, dovranno essere individuati. Ma altra cosa è chi è stato portato lì in buona fede durante manifestazioni elettorali, senza avere gli strumenti per rendersi conto di niente. Non può essere messo tutto sullo stesso piano".

Cosa pensa del commissariamento della cooperativa agricola che da più parti viene proposto?

"C’è un dato di fatto: nonostante la sentenza c’è ancora un controllo della cooperativa da parte dei cosidetti fedelissimi di Fiesoli e quindi la convivenza è difficile e ci sono azioni di mobbing o di vero e proprio stalking. Credo che un chiarimento debba essere affrontato nell’interesse della continuità dell’azienda stessa".

Commissariamento dunque?

"Sì. Ci vuole la ricerca di una soluzione che non sia ipocrita. Diversa dall’attuale. Perchè il valore della cooperativa è importante, ma non si può ad oggi dire che sia stata cosa troppo diversa dalla comunità. Diciamo che era una ditta individuale (del Fiesoli ndr) travestita da cooperativa. E ora quei posti di lavoro vanno salvati".

Ma il Pd, anzi il Pci, Pds, Ds, in questi 37 anni è sempre stato innocente?

"E’ un argomento complesso. Quello del Fiesoli era un sistema che si autoalimentava e non solo nella politica, ma anche nella comunità scientifica. Libri, convegni, ospiti illustri. Tanto che è nata la Fondazione e Goffredi andava in giro per le scuole a spiegare il modello Forteto...".

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