Firenze e il contestato convegno sul Medio Oriente, il console di Israele: “Inorridito”

Le parole di Marco Carrai dopo l’incontro di Palazzo Vecchio e la lettera di protesta del presidente della comunità ebraica

Marco Carrai, console di Israele

Marco Carrai, console di Israele

Firenze, 28 febbraio 2024 – Sulla vicenda del convegno sul Medio Oriente e le proteste della comunità ebraica interviene Marco Carrai, console di Israele. 

“Sono inorridito – dice – da ciò che sta succedendo a Firenze. Il presidente del Consiglio Comunale ha organizzato alcuni giorni fa un evento nel Salone de’ 500, che personalmente ho già stigmatizzato, dove sono stato offeso dal pubblico in streaming. Questo stesso convegno è stato oggetto oggi di una accorata lettera da parte del Presidente della Comunità ebraica di Firenze nella quale denuncia e si dispiace dei toni e delle parole usate che alimentano odio nei confronti del popolo ebraico.

Come conseguenza, mentre il Presidente del Consiglio comunale ha risposto con una lettera piena di ridondanti parole senza affrontare il tema specifico, un gruppo consiliare ha dichiarato testualmente che "Abbiamo letto con dolore le parole del Presidente della Comunità Ebraica, perché esprimono sentimenti da rispettare, in una modalità che rischia davvero di creare isolamento… e che parlare di tripudio di applausi e di immaginario antiebraico vuol dire scegliere un registro violento, per creare asimmetria, ostacolando il dialogo. Riteniamo estranee molte accuse sentite e riteniamo la lettera del Presidente pericolosa. Insomma alla fine il pericolo secondo loro viene dalle parole del Presidente della comunità ebraica e proprio queste parole di denuncia isolerebbero la comunità ebraica stessa”.

Spero che i loquaci portatori di Pace e verità a Firenze possano spendere le loro parole per fermare questo abominio. Peraltro un membro del gruppo consiliare che ha rilasciato queste dichiarazioni alcuni giorni fa era davanti alla Rai ad aizzare una folla che dava del nazista al sottoscritto. (Sic!). Chi predica la pace non alimenta l’odio. Ricordino anche gli stessi loquaci fiorentini portatori di Pace, in verità oggi un po’ silenti, che troppe volte abusano del nome di La Pira. La Pira senza sè e senza ma dichiarava di stare con Israele perché, come scrisse a Golda Meir il 14 agosto 1958, «Israele è un punto essenziale nella teologia della storia» e che «...La geografia della grazia condiziona la storia dei popoli!». Ebbene Io non voglio tirare in causa la teologia e la geografia politica ma loro cortesemente smettano di parlare di La Pira a vanvera. Mentre io ero a frequentare i campi della Gioventù Giorgio la Pira, ai cui campi internazionali si imparava la coesistenza dei popoli, loro probabilmente erano a urlare qualche slogan estremista".