Bamboo, giù la saracinesca Il virus spegne la musica

La discoteca di via Verdi è la prima a chiudere in città. Il titolare: "Non ho scelta". Allarme per il settore: si stima che siano a rischio duemila posti di lavoro

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di Rossella Conte

Meteore che hanno lasciato una lunga scia di ricordi. Nomi di luoghi storici che andavano in voga negli anni ‘80, ‘90 e che fino all’alba dei duemila, e qualcuno anche oltre, hanno fatto ballare generazioni di fiorentini. Villa Kasar, Esco pazzo, Meccanò, solo per fare qualche esempio. Tutti chiusi. Oggi alla lista se ne aggiunge un altro il Bamboo di via Giuseppe Verdi. Era il 1980 quando a due passi da piazza Santa Croce aprì il primo disco-ristorante fiorentino: il Liberty che poi negli anni ha cambiato gestione e nome – era Energia quando ospitava anche Carlo Conti – fino a diventare 055, Twice e poi Bamboo. Oggi la sala di via Verdi chiude a causa covid. Si tratta della prima discoteca fiorentina ad abbassare la saracinesca. "E’ stata una decisione sofferta ma non avevo scelta. Da mesi siamo chiusi e gli aiuti arrivati fino a questo momento sono briciole. Ho altre due attività ferme in centro e ho dovuto fare questa scelta, dopo 15 anni di attività fa male", si sfoga Luciano Purpi, uno dei soci del Bamboo. "Purtroppo, di questo passo, saranno altri quelli che non ce la faranno e saranno costretti a gettare la spugna" dice Riccardo Tarantoli, il presidente del Sindacato dei locali da ballo. Pino Presta, il dj della Firenze che balla, della Firenze che vive, della Firenze che si agghindava per il rito della notte, è amareggiato. Il Liberty se lo ricorda bene, fu proprio lui che suonò per la serata di inaugurazione: "Un locale innovativo, tutto in stile liberty. Il primo ad aprire a Firenze con un ristorante all’interno. Erano altri tempi allora, le sale da ballo fiorentine erano le più belle d’Italia. Luoghi chic. Altri tempi. Dalla fine degli anni ‘90 la situazione è iniziata a cambiare. Purtroppo, ho paura che di attività di intrattenimento che chiuderanno ce ne saranno altre" racconta.

Il mondo della notte è in ginocchio. A rischio nella provincia di Firenze ci sarebbero 2mila posti, in Toscana 8mila. Sono 35 le discoteche nella provincia di Firenze, 150 quelle toscane che muovono un giro di affari annuo di 500milioni di euro. Secondo un’indagine Silb Firenze, il 30% delle discoteche non riuscirà a riaprire. D’altra parte, dal 13 giugno 2020, data in cui la Regione Toscana ha autorizzato l’apertura dei locali, solo il 15% delle 35 aziende ha ripreso l’attività per alcune settimane. L’85% non lavora dal mese di febbraio 2020. "E’ assurdo considerare noi i responsabili dell’aumento dei casi – non usa mezzi termini Tarantoli -. Siamo chiusi da più di un anno e i contagi continuano a salire, forse bisognerebbe intervenire su altri fronti, come per esempio sui trasporti".

Aiuti? "Pochi, rappresentano il 5 per cento delle perdite - sottolinea il presidente Silb -. Chiediamo un vero piano per il rilancio del nostro settore che deve essere inserito nel contenitore culturale, visto che la musica è cultura, o turistico per quanto riguarda le città d’arte, e un intervento sulle tasse da pagare".

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