Empoli, pari nella nebbia

Assist di Caputo, gol di Baldanzi. Nella ripresa Pereyra fa 1-1

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UDINESE (3-5-2): Silvestri; Perez, Becao, Ebosse; Pereyra (35’ st Ezibueh), Lovric (26’ Makengo), Walace, Arslan (16’ st Samardzic), Udogie (35’ st Ebozhele); Beto (35’ st Nestorovski), Success. A disp. Padelli, Piana, Festy, Jajalo, Buta, Bjol, Semedo, Guessand, Pafundi. All. Sottil

EMPOLI (4-3-2-1): Vicario; Stojanovic (46’ st Ebuehi), Ismajli, Luperto, Parisi; Akpa Akpro, Marin (26’ st Bandinelli), Grassi; Satriano (26’ st Bajrami), Baldanzi (35’ Cacace); Caputo (35’ Cambiaghi). A disp. Perisan, Ujkani, Walukievicz, De Winter, Henderson, Pjaca, Ekong, Degl’Innocenti, Fazzini, Ebuehi. All. Zanetti

Arbitro: Serra di Torino (Rocca, Saccenti)

Marcatori: Baldanzi 3’ pt, 34’ st Pereyra

Note: espulso Akpa-Akpro al 79’ per doppia ammonizione.

UDINE. Per come si era messa, per quello che succede nell’arco dei novanta minuti, per l’aver giocato in dieci tutto il finale di gara, va bene così. Perché quando si torna a giocare dopo due mesi, in casa di una squadra solida e forse anche più forte, l’importante è portare a casa la pelle. L’Empoli lo fa offrendo la solita prestazione fatta di solidità e concretezza, anche se un pizzico di amaro in bocca rimane. Eh già, perché al netto di tutto quello che accade sul prato della Dacia Arena, l’impressione è che gli azzurri ci mettano del loro. Nei cambi tardivi di Zanetti e nell’ingenuità di alcuni dei suoi giocatori. Peccato, perché quello che la società aveva pensato per migliorare la squadra era riuscito dopo appena due minuti e mezzo. Caputo gioca, dirige la squadra, scambia il pallone coi compagni e fa segnare Baldanzi. Con lui là davanti è tutta un’altra cosa, anche se poi c’è da fare i conti con gli avversari che non ci stanno e ti mettono in crisi. Peccato, dicevamo, ma far punti in questi campi non è mai semplice e perciò va bene così. La partita, dunque. Caputo è lì per fare esattamente quello che fa, dare appoggio ai compagni e far ripartire la squadra, giocando a uno o due tocchi e, soprattutto, dando quello che raramente era riuscito a dare Lammers, cioè profondità. Il gol è un esercizio di stile, dal filtrante di Baldanzi al modo in cui il bomber si trascina dietro mezza difesa dell’Udinese per restituire poi il pallone al fantasista, che col destro fulmina Silvestri. E’ quello che l’Empoli ha progettato di fare e che si concretizza dopo appena due minuti e mezzo. Il problema, si fa per dire, è che dall’altra parte non c’è un manipolo di sprovveduti, ma una squadra – l’Udinese – che seppur orfana della fantasia e della qualità di Deulofeu sa esattamente come creare grattacapi agli avversari. I bianconeri la buttano sul fisico, cercano spesso le fasce e provano a far valere chili e centimetri. L’Empoli, come al solito, si difende con ordine, ma in almeno un paio di occasioni rischia grosso. Succede perché la squadra non è sempre in grado di far filtro a centrocampo e così, sulla conclusione di Lovric di poco fuori e, soprattutto, sul palo colpito da Pereyra dopo l’ennesimo miracolo di Vicario i brividi che corrono sulla schiena di Zanetti si vedono a occhio nudo anche in tv. Ma l’Empoli c’è e si vede, soprattutto quando riesce a verticalizzare per Caputo. Il bomber ci prova in almeno un paio di occasioni, ma se sulla prima è bravo Perez a sbilanciarlo senza far fallo, sulla seconda è lui a farsi soffiare ingenuamente il pallone da Ebosse. Nella ripresa l’Udinese spinge, l’Empoli cala e alla fine capitola. Pereyra segna al 34’, ma quando Akpa si fa cacciare la squadra si arrocca e porta a casa il pari.

Tommaso Carmignani