REDAZIONE EMPOLI

Bennacer, clausola da 50 milioni E l’Empoli fiuta un guadagno

Il Milan ha acquistato lo scorso anno dal club azzurro il giocatore sul quale punta anche Guardiola

Più che una crescita, la sua è stata una vera e propria esplosione. Ismael Bennacer, pagato dall’Empoli 1 milione di euro dall’Arsenal, adesso potrebbe valerne addirittura 50. E sul giovane talento algerino, protagonista della cavalcata verso la serie "A" della squadra di Andreazzoli e comunque tra i migliori del campionato dello scorso anno, sarebbe addirittura piombato il Manchester City di Guardiola. Secondo i ben informati sarebbe stato il tecnico catalano a chiamare il giocatore per convincerlo a trasferirsi in Premier, mettendo alle strette il Milan.

Il club rossonero lo aveva acquistato lo scorso anno dall’Empoli per 18 milioni di euro, tra le perplessità dei suoi tifosi che si domandavano come mai un giocatore retrocesso potesse valere cosi tanto. Bennacer ci ha messo poco a conquistarli, dimostrando di avere delle qualità che vanno oltre le apparenze. Si è consolidato come regista di centrocampo e pur nella stagione deludente del Milan è quasi sempre risultato tra i migliori. Nello scorso mese di aprile, in pieno lockdown, le prime voci di un interessamento del Paris Saint Germain, adesso si parla con forza del City. L’Empoli osserva da spettatore ma non troppo, perché una clausola nel contratto di cessione del giocatore fissa una percentuale da versare al club azzurro sul prezzo che il Milan incasserebbe da un’eventuale vendita. Una vendita che a questo punto potrebbe diventare pesante, anzi pesantissima: Bennacer ha una clausola rescissoria di 50 milioni di euro, questo il prezzo che i rossoneri hanno fissato per liberarlo. Il City ci pensa, valuta, osserva, perché il giocatore, per caratteristiche, sarebbe perfetto per il gioco di Guardiola. E chissà cosa ne pensa l’Arsenal, club che Bennacer lo aveva scoperto da bambino ma sul quale non ha mai riposto particolare fiducia nemmeno dopo lo splendido campionato dello scorso anno, quando avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione e riportarlo alla base.