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Misure di sicurezza, pochi posti "E non c’è ancora un protocollo per la gestione dei pazienti"

A Empoli è presente la seconda Rems toscana: accoglie nove persone. Previsto il raddoppio nel corso del 2023

Misure di sicurezza, pochi posti "E non c’è ancora un protocollo per la gestione dei pazienti"

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Alle porte della città è presente una delle due Rems, Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, della Toscana. L’altra è a Volterra. È stata inaugurata nel 2020. Le Rems dovevano compensare, almeno in parte, la chiusura degli opg, ospedali psichiatrici giudiziari, decisa nel 2014. Risultato: le due strutture, quella del Pozzale e quella in provincia di Pisa, che devono servire anche l’Umbria, possono ospitare al momento 38 pazienti a fronte di una richiesta molto più alta. Secondo la relazione stilata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023, al 31 dicembre 2021 si trovavano in lista d’attesa complessivamente 46 persone, di cui 41 uomini e 5 donne. Così, se per un paziente non c’è la possibilità di entrare in una Rems questo viene affidato ai servizi territoriali, a domicilio oppure ricoverato nei reparti ’ordinari’ degli ospedali, con un rischio commistione con gli altri pazienti altissimo e una gestione non facile da parte del personale sanitario.

In realtà anche gli stessi soggetti inseriti nelle Rems possono creare potenziali rischi al personale ospedaliero. Succede quando uno di questi pazienti deve essere portato in ospedale per un problema clinico. Al momento al San Giuseppe di Empoli non esiste un protocollo che stabilisca con chiarezza come vada ’trattato’ questo tipo di paziente. "Sono almeno due anni che chiediamo venga formalizzato un protocollo che stabilisca chi deve prendersi in carico il paziente, come vada gestito e chi lo deve controllare durante la permanenza in ospedale – fa sapere Simone Baldacci, coordinatore Fp Cgil Asl Toscana Centro – La bozza è pronta ma ancora non è stata firmata da tutte le parti interessate".

Sulla residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di via Valdorme Nuova, è previsto un ampliamento. Attualmente sono presenti in struttura un direttore responsabile, tre psichiatri, uno psicologo, quattro educatori e tecnici di riabilitazione psichiatrica, quattordici infermieri, sei oss, un assistente sociale (presente due giorni a settimana a fascia oraria). Si tratta di personale aziendale. Inoltre è presente un servizio di vigilanza h24 in portineria all’ingresso della struttura. In base a quanto annunciato dalla stessa azienda sanitaria Toscana Centro, dagli attuali nove posti, nel corso di tutto il 2023, si arriverà a venti, di cui tre per donne. "Bene il progetto di ampliamento della capienza ma questo comporterà il raddoppio del personale. Mi auguro che questo avvenga", chiosa Baldacci.

Di recente con la vice presidente regionale e assessore all’agroalimentare, Stefania Saccardi, è stato inaugurato nella zona circostante alla struttura un progetto di cura e inserimento lavorativo, promosso in collaborazione con la cooperativa sociale Sintesi-Minerva con la quale l’azienda sanitaria ha avviato un progetto di agricoltura. I primi frutti sono già stati raccolti: la produzione di un olio a cui è stato anche apposto un marchio “Dimorto buono”. "È un bel segnale – ha detto la stessa Saccardi - che in questa struttura che avevo inaugurato quando ero assessore regionale alla sanità, oggi si realizzi un progetto di agricoltura sociale, cioè di inclusione e autonomia, che si connette a un territorio che ha sempre interagito con questa realtà. Il progetto di agricoltura sociale consentirà da un lato di coltivare e vendere i prodotti, dall’altro di offrire agli ospiti un’opportunità di formazione e di reinserimento restituendo all’agricoltura una parte di territorio".

Irene Puccioni