
Ludopatia in crescita (Foto di repertorio Newpress)
Empoli, 20 maggio 2025 – Il gioco d’azzardo come piaga sociale. I dati raccolti nel 2023 sul capitale giocato d’azzardo negli undici comuni dell’Empolese Valdelsa sono effettivamente allarmanti: in quell’anno si sono infatti registrati movimenti complessivi per oltre 337 milioni di euro giocati. Se si tiene conto che la popolazione complessiva di questa area geografica si attesta sui 173mila abitanti, allora ne viene fuori un calcolo di spesa pro-capite che supera addirittura quello della media nazionale: nell’Empolese Valdelsa, in media, ogni abitante spende 1.952 euro l’anno in gioco d’azzardo, ben 26 euro in più rispetto al valore della media nazionale. Il comune dei record negativi sotto questo punto di vista è quello di Capraia e Limite, i cui 7.826 abitanti hanno speso in media 2.552 euro a testa; il comune con meno spese pro capite relative al gioco d’azzardo è invece Gambassi, i cui 4.808 abitanti hanno speso ’solo’ 987 euro a testa, l’unico comune dell’Empolese Valdelsa a scendere sotto i 1000 euro pro capite. Se si allarga il campo a tutti e quindici i Comuni facenti parte della Società della salute, allora si raggiungono i 454.5 milioni di euro spesi in gioco d’azzardo: "Più della somma del bilancio di tutti i Comuni...", commenta Franco Doni, direttore della SdS Empolese Valdarno Valdelsa, facendo riflettere su una realtà drammatica, ma di cui si parla troppo poco.
Quello della ludopatia – fenomeno fisico e digitale –, infatti, è un problema concreto che esiste e prolifera, ed è molto più vicino di quanto possa sembrare: i numeri raccolti non fanno che attestare la portata di questo problema che, naturalmente, non colpisce solo il giocatore ma anche le relazioni familiari e affettive dello stesso. "La SdS – osserva Francesca Giannì, sindaco di Castelfiorentino e presidente della Società della salute Empolese Valdarno Valdelsa – si conferma ancora una volta come una realtà in grado di fare squadra per ottimizzare le capacità di attrarre risorse, migliorando così le capacità di investimento sui quindici Comuni, in linea con la sua missione primaria, ovvero la tutela delle fragilità. Lo facciamo in questo caso con un progetto di contrasto al gioco d’azzardo in una logica di prevenzione, che indaga le cause di questa piaga sociale e agisce su tutti gli attori principali al fine di sensibilizzare non il singolo, ma tutta la comunità che vi ruota attorno per metterla in guarda sui rischi e sui pericoli del gioco". Quindi cosa fare? Una risposta arriva da “Play4Fun“: il progetto con cui la Società della salute, appunto, si impegna a promuovere scelte consapevoli e offrire sostegno a chi vive situazioni di rischio legate al gioco d’azzardo.
Come? Facendo attività di informazione sul territorio, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, le tre macro-aree individuate come più idonee per attuare la prevenzione e l’informazione su questa patologia, spesso ’snobbata’. "Quando si parla di gioco d’azzardo, spesso i Comuni non hanno il senso di ciò che accade sul territorio, si tende a pensare a un problema che accade ovunque, tranne che qua – aggiunge Giannì –. Invece, con questi progetti vogliamo far capire che il problema c’è anche se i numeri non lo attestano perché ci sono tanti ‘sommersi’ che soffrono per la ludopatia, ma che non si rivolgono a nessuno per chiedere aiuto. Anche per questo vogliamo sensibilizzare la comunità su questo tema: come Società della salute ci stiamo muovendo per comunicare anche con gli esercenti, coloro che forniscono il gioco, al fine di renderli consapevoli del fatto sociale che questo fenomeno crea. Non vogliamo un rapporto di scontro con loro, ma di collaborazione".