Risarcimenti alle vittime dei nazisti. Il giudice: pignorare i palazzi tedeschi

Roma, nel mirino gli immobili che si trovano in Italia. "Gli indennizzi devono essere pagati da Berlino"

Montecatini Terme, 3 dicembre 2022 - Nuovo capitolo nella storia infinita dei risarcimenti per le stragi naziste nel nostro Paese. Un giudice del Tribunale civile di Roma, Miriam Iappelli, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale sul decreto cosiddetto "Nencini–Parrini" del 30 aprile di quest’anno, in cui viene istituito un fondo per i i risarcimenti per le vittime delle stragi naziste e per gli internati nei campi di concentramento tedeschi. Sollevando così la Germania dai pagamenti. Il magistrato però vuol riaprire la partita e punta al pignoramento di beni di proprietà dello Stato tedesco nella capitale, come aveva fatto con una sentenza emessa nel 2021 e poi bloccata dall’arrivo del decreto legge del governo Draghi. Tra i beni oggetto del possibile pignoramento la sede del Goethe Institut, l’Istituto storico germanico, la Scuola germanica e l’Istituto archeologico tedesco.

Adesso toccherà alla Corte Costituzionale pronunciarsi sulla norma nata per chiudere una ferita, ma che ha sollevato polemiche. Specialmente in Toscana, una delle Regioni che ha pagato un prezzo altissimo nelle stragi. Oltre alla più conosciute, quella di Stazzema (560 vittime), di Civitella della Chiana (244), del Padule di Fucecchio (174), Fivizzano (162), in totale gli eccidi, tra l’aprile e l’agosto del 1944 sono stati 280 con circa 4.500 morti.

Tra i sindaci dei comuni dove sono avvenute le stragi c’è comunque scetticismo sull’iniziativa del magistrato romano. "Mi sembra un’azione abbastanza temeraria – dice Nicola Tesi primo cittadino di Ponte Buggianese, una delle località più colpite durante la strage del Padule di Fucecchio – vedremo comunque gli sviluppi. Tra l’altro negli anni 60 la Germania risarcì l’Italia con una cifra importante. Ma quei soldi non andarono ai familiari delle vittime". "Pignorare i beni della Germania in Italia? Non credo proprio sia possibile". Anche il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, è pessimista sull’azione intrapresa dal giudice Iappelli: "Sono d’accordo sul fatto che i crimini contro l’umanità siano imprescrittibili – argomenta Verona – e che quindi qualsiasi erede, nel tempo, abbia diritto a invocare un giusto ristoro. Ma la posizione della Germania è stata ’blindata’ da una decisione dell’Aia e pertanto solo lo Stato Italiano può dare risposta ai familiari delle vittime italiane. Anche in Grecia i familiari di alcune vittime hanno vinto la causa nei confronti dello stato tedesco. Il giudice internazionale ha stabilito a chiare lettere che un singolo cittadino non può fare ricorso contro uno Stato, in questo la Germania".

"Non mi trovo molto d’accordo su questa decisione del Tribunale Civile di Roma – afferma Gianluigi Giannetti sindaco di Fivizzano – circa il pignoramento dei palazzi,delle proprietà tedesche in Italia. Non possiamo continuare questa guerra, questo scontro con la Germania. Dopo quasi 80 anni".

La pensa diversamente invece il professor Lido Lazzerini, uno degli ultimi sopravvissuti alla strage di Mommio di Fivizzano: "Ho sempre considerato quel decreto un obbrobrio – dice – e non mi sorprende che qualcuno che di legge ne capisce ne abbia riscontrato l’incostituzionalità. Il decreto è fatto male, caotico e soprattutto non può l’esecutivo intervenire su legittime sentenze emesse da Tribunali italiani. A cominciare da quella quella del giugno di quest’anno per la strage di Marzabotto. Quella sentenza deve essere applicata e Berlino deve risarcire".