Ritratto giovanile del Bronzino va all’asta a New York. Il ricavato in beneficenza

Il dipinto sarà venduto da Sotheby’s il 26 gennaio. Stima 3-5 milioni di dollari

Il ritratto del Bronzino ritrovato

Il ritratto del Bronzino ritrovato

Firenze, 27 dicembre 2022 - Un raro ritratto di Agnolo di Cosimo detto Bronzino (1503-1572), uno dei principali artisti del Rinascimento fiorentino, sarà offerto all'asta da Sotheby's a New York il 26 gennaio con una stima di 3-5 milioni di dollari. Risalente al 1527 circa, quest'opera giovanile e sofisticata dal titolo "Ritratto di giovane uomo con penna d'oca e foglio di carta", recentemente riscoperto e restaurato, rappresenta un'importante aggiunta al corpus dell'artista. Il ricavato andrà a beneficio del Self Help Community Services, che aiuta i sopravvissuti dell'Olocausto in Nord America, e della Lighthouse Guild, un'organizzazione sanitaria ebraica. Le opere del Bronzino sono straordinariamente rare sul mercato: solo un altro dipinto pienamente attribuito è stato venduto di recente all'asta: "Ritratto di un giovane uomo con libro" è stato aggiudicato per oltre 9 milioni di dollari nel 2015. Attribuito in modo errato e sfuggito agli studiosi fin dall'inizio del XX secolo, questo dipinto sarà pubblicato per la prima volta nella prossima primavera da Carlo Falciani, storico dell'arte e professore di Storia dell'Arte Moderna all'Accademia di Belle Arti di Firenze, con un articolo in cui verrà indagata l'ipotesi che possa trattarsi di un autoritratto. Nonostante sia emerso di recente da una relativa oscurità, questo ritratto ha un'affascinante provenienza. Dal XVII secolo a oggi, tra i proprietari di spicco figurano importanti studiosi, parlamentari britannici, nonché una collezionista e socialite che durante la Seconda Guerra Mondiale fu costretta a cedere l'opera in cambio della propria libertà ma, ingannata dai nazisti, venne assassinata nel campo di concentramento di Kaunas. "Questo incredibile ritratto è una delle più interessanti scoperte recenti relative al celebre artista fiorentino Agnolo Bronzino - spiega il professore Carlo Falciani - È straordinario che un dipinto di questa qualità, un vero capolavoro della ritrattistica del XVI secolo, sia rimasto sconosciuto alla comunità scientifica. La sua riscoperta non solo porta alla luce uno dei più bei ritratti dell'artista, ma migliora anche la nostra comprensione della sua attività giovanile. Già all'inizio della carriera di Bronzino, i ritratti erano l'espressione più convincente del suo duplice interesse per la parola e per l'immagine. Come si è visto anche nella recente mostra 'The Medici, Portraits and Politis' al Metropolitan Museum di New York (2021), questa raffinatezza artistica è tipica del periodo maturo di Bronzino, quando lavorò alla corte di Cosimo I de' Medici; tuttavia, questo ritratto dimostra che gli stessi concetti letterari e visivi erano alla base del suo lavoro anche in gioventù". Lucian Simmons, vice presidente di Sotheby's e Worldwide Head of Restitution, ha dichiarato: "Siamo orgogliosi di essere riusciti a ricondurre quest'opera alla sua straordinaria provenienza, che può essere rintracciata ininterrottamente dal connoisseur del XVII secolo Sir William Temple, attraverso i tumultuosi anni della Seconda Guerra Mondiale, fino ai giorni nostri. Siamo particolarmente onorati di poter celebrare la vita e l'eredità di Ilse Hesselberger, ai cui successori il governo tedesco ha restituito il dipinto. Riconosciuto ancora una volta come un ritratto estremamente raro e significativo del Bronzino, sarà ora venduto a scopo di beneficenza". Elisabeth Lobkowicz, vice presidente di Sotheby's Old Master Paintings, ha aggiunto: "Scoperte di questo calibro capitano una volta nella carriera. Quando abbiamo visto per la prima volta questo affascinante ritratto, io e i miei colleghi siamo rimasti colpiti dalla sua eccezionale qualità. Dopo aver indagato sulla storia del dipinto e aver consultato i principali studiosi della materia, siamo stati entusiasti di scoprire che si trattava di un ritratto giovanile del Bronzino, rimasto nell'oblio per gran parte del XX secolo. In effetti, essendo una delle prime esplorazioni dell'artista in un genere che avrebbe definito gran parte della sua carriera, questo ritratto offre una rara visione di uno dei primi lavori di Bronzino. Altrettanto eccitante è l'ipotesi che si tratti di un autoritratto. Insieme a tutto il mio team, sono incredibilmente onorata di presentare questo affascinante ed elegante signore - un vero capolavoro del Cinquecento fiorentino - a un pubblico mondiale”. Professor Carlo Falciani, quando è stato scoperto esattamente questo dipinto? “Il dipinto è stato restituito dal governo tedesco non come Bronzino ma come Iacopino del Conte agli eredi di questa donna che lo possedeva a Monaco di Baviera negli anni Trenta. Il dipinto ha avuto varie attribuzioni nella sua storia, era in Inghilterra nel ‘700 come Bronzino, è stato poi venduto da Christie's nel 1820 come Bronzino, per poi essere rivenduto nei primi del Novecento sempre da Christie’s a Londra. L’aveva comprato un tedesco che l’aveva, essendo uno storico dell’arte, attribuito a Salviati. Venne poi comprato da questa donna facoltosa di Monaco, ma essendo di origine ebraica quando le venne chiesto di dare molti soldi al Reich per salvarsi, a quel punto lo vendette. Il dipinto entrò allora nel Fuhrer-Museum come Iacopino del Conte, ed è così che venne schedato dal governo tedesco anche dopo la caduta di Hitler. Agli eredi della figlia di questa donna, che era a New York, dopo una procedura legale per riavere questo dipinto, è stato restituito tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. A quel punto mi hanno chiamato per sapere di chi si tratta”. Come ha attribuito l’opera al Bronzino? “Ho curato la mostra del Bronzino a Strozzi e si vede subito si tratta di lui: dal disegno delle mani, dal volto, dalla modalità del ritratto, persino dalla calligrafia del foglio. Si tratta di un Bronzino molto giovanile, intorno al 1527, come quel ritratto bellissimo che è a Milano al Castello Sforzesco, il ritratto di Lorenzo Lenzi, più o meno anche questo è dello stesso periodo: le mani sono disegnate allo stesso modo e si vede che è il suo stile. Anche questo dipinto inizialmente venne attribuito al Pontormo e non al Bronzino, insomma tutta una serie di opere hanno fluttuato perché il riconoscimento delle opere giovanili di Bronzino è abbastanza recente”. Qual è l’importanza di questo ritrovamento nella storia dell’arte? “È importantissimo che un dipinto così bello di un artista così importante appaia nel buio della storia. Cosa stranissima: di quest’opera non esisteva nessuna fotografia, perché le aste di Christie’s erano molto indietro nel tempo. Inoltre questo ritratto permette anche di ridatare meglio certe opere note”. Si tratta di un dipinto raro: quanti ritratti del Bronzino esistono? “Ce ne sono abbastanza, perché lui è un grande ritrattista, ma di opere giovanili di quel decennio ce ne sono poche: degli anni venti questo è il quarto”. Siamo di fronte a un ritratto o all’autoritratto dell’artista? “Quella dell’autoritratto è un’ipotesi che ho fatto, non è certo. Lo scritto latino è molto curioso perché ‘parla’, è una immagine di una persona in bilico tra lo scrivere e l’esprimersi in un altro modo, e questo è un gioco che il Bronzino fa anche in altri dipinti. Potrebbe essere lui, anche se abbiamo un ritratto di lui cinquantenne nella Pala di Santa Croce, ma mettere a confronto la fisionomia di una persona a venti e una a cinquanta anni riesce difficile anche in una fotografia, figuriamoci in due dipinti. C’è da dire però che ci sono caratteri simili come la fronte e il naso. C’è poi un ritratto molto tardo, quando ha quasi sessant’anni, dunque alla fine della vita, e anche lì si ritrae con la penna e in mano e non con il pennello. L’ipotesi che in questo dipinto potrebbe essere lui va dunque considerata”. Maurizio Costanzo