Lite istituzionale sul rigassificatore. Ricorso al Tar, il governo si oppone

Il ministro Pichetto contro il Comune di Piombino: "L’Italia ha bisogno di quei 5 miliardi di metri cubi di gas"

Piombino (Livorno), 26 novembre 2022 - Si profila uno scontro istituzionale inedito tra il Comune di Piombino e il Governo. Dopo il ricorso contro l’autorizzazione ai lavori per il rigassificatore presentato dall’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Ferrari, il Governo, per voce del ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che a sua volta si costituirà in sede legale contro il Comune. "Aspettiamo la decisione del Tar e ci opporremo al ricorso del Comune di Piombino", afferma il ministro Pichetto. "Noi abbiamo bisogno di quei 5 miliardi di metri cubi che verrebbero da Piombino".

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin

"La questione seria – aggiunge – non sarebbe per Piombino, sarebbe per l’Italia. Avere 4-5 miliardi di metri cubi di gas in meno vorrebbe dire non riempire gli stoccaggi per l’inverno 2023". "È ragionevole quello che ha detto il ministro dell’Ambiente – commenta il commissario per il rigassificatore e presidente della Regione Eugenio Giani – anche noi faremo le nostre memorie per costituirci in giudizio a tutela di un atto che è stato fortemente partecipato: tre riunioni della conferenza dei servizi, 35 enti sentiti, si è preso nota di più di 70 pareri, giudizi e indicazioni. Di fronte a un processo partecipativo così forte, io non capisco perché si debba far ricorso al Tar, comunque noi ci costituiremo". E anche Snam, sul ricorso al Tar del Lazio del Comune, fa sapere che sta studiando gli argomenti del ricorso e predisporrà una memoria. Nel ricorso al Tar contro il rigassificatore, il Comune di Piombino sostiene tra l’altro che ci sarebbe una "manifesta inidoneità della nave Golar Tundra, dal punto di vista strutturale, a operare in sicurezza nel porto" e la necessità di un "dragaggio del fondale dello specchio d’acqua antistante per centinaia di migliaia di metri cubi" che renderebbe "impossibile" l’ipotesi di messa in funzione del rigassificatore nel marzo 2023, "pena l’inoperatività della banchina nord".

Per quanto riguarda la sicurezza, si sostiene, sempre nel ricorso presentato dal Comune, che la nave "essendo dotata di serbatoi per il gas naturale liquido ‘a membrana’, non adatti alla navigazione quando si trovano in condizioni di parziale riempimento", non sarebbe "in grado di rispettare la principale condizione che è stata posta dalla Capitaneria, e cioè di disancorare in caso di necessità, allontanandosi dall’area del porto".