Il piano Nardella: puntiamo su arte e moda. "Il rilancio passa dalle nostre eccellenze"

Il sindaco di Firenze: "Scommetto sull’orgoglio e la creatività di città e imprese. Anche il turismo deve diventare più sostenibile"

Dario Nardella, 44 anni, è sindaco di Firenze dal 3 giugno 2014

Dario Nardella, 44 anni, è sindaco di Firenze dal 3 giugno 2014

Firenze, 28 giugno 2020 - Piazza Duomo deserta, Palazzo Vecchio sprangato, le botteghe di Ponte Vecchio chiuse. Il Covid 19 ha vietato Firenze al mondo e la città d’arte conta oggi milioni di assenze turistiche e danni stimati, fra lockdown e ripresa al rallentatore, fino a sette miliardi di euro. Sindaco Nardella, da dove si ricomincia? "Stiamo facendo leva sull’orgoglio della città e delle imprese, puntiamo su innovazione e creatività provando a sfruttare tutte le proposte". Moda, sport, cultura? "Tutto. Sto facendo una serie di interviste in giro per il mondo per attirare l’attenzione del mondo economico e culturale verso Firenze. E i primi frutti si vedono: dalla sfilata di Dolce e Gabbana a settembre (la prima ‘in presenza’ dopo il lockdown) punta a far ripartire la fiducia nel mondo della moda, ma anche dell’artigianato. E poi stiamo lavorando per avere il 13 settembre il Gran premio di Formula 1 al Mugello. È difficile, ma se ce la facciamo potremmo raddoppiare la velocità di ripresa economica del territorio. Fra l’altro a luglio col governatore emiliano Bonaccini incontreremo Christian Prudhomme, il direttore del Tour de France per costruire la candidatura italiana alla partenza della corsa dopo il 2022". Se Firenze bussa alla porta il mondo risponde, ma c’è stato chi le ha rimproverato di svendere la città . "Non sono certo andato in giro con il cappello in mano. Il punto è che questa città è patrimonio dell’umanità e anche se tutto il mondo è stato colpito dalla pandemia, Firenze è molto amata e conosciuta. Ho chiesto supporto ai mecenati e abbiamo ricevuto due proposte importanti dagli Stati Uniti e un investimento dalla Francia. Abbiamo l’attenzione di tutti i giornali e le tv del mondo che stanno raccontando come si sta rialzando Firenze. Siamo un modello. Il nostro fondo diventerà un vero e proprio board e sarà il cuore di una fondazione internazionale per progetti di cultura e alta formazione. Stiamo cercando di trasformare questo choc in una grande occasione. Puntando sempre sulla qualità. Nessuna speculazione o svendita, come qualcuno ogni tanto prova a dire, noi vogliamo compagni di viaggio". Il gruppo francese investirà sull’antico convento di Sant’Orsola, un buco nero nel centro storico. "Si, è un investimento fra i 30 e i 40 milioni di euro. Finalmente restaureremo e riapriremo quell’area. E non ci saranno alberghi o centri commerciali, piuttosto una scuola di alta formazione, una biblioteca, un centro culturale. Servizi per il quartiere. Servirà anche al turismo e farà ripartire la macchina dei grandi eventi". Il prossimo evento a Palazzo Vecchio? "Ho invitato gli ambasciatori di venti Paesi fra i più importanti del mondo per mostrare tutti i nuovi progetti della città". E il problema del turismo mordi e fuggi? "Abbiamo deciso di rinunciare ai bus turistici giornalieri. Non lo ha fatto Venezia, ma neanche Parigi e nemmeno Barcellona. Rinunceremo a gran parte dei 18 milioni di ticket turistici l’anno, ma punteremo su numeri più sostenibili e troveremo anche un modo per filtrare gli ingressi dei gruppi di crocieristi". Ma il patrimonio artistico fiorentino è tutto nel centro storico. "Dobbiamo avere il coraggio di portare fuori dal centro le tante opere d’arte che sono custodite nei caveau dei musei. Penso al progetto Uffizi 2 di cui tanto si è parlato. Sono pronto anche a fare investimenti per trovare luoghi adatti e questo può aiutare a spalmare molto i flussi turistici. E poi dobbiamo lavorare di più per le famiglie. Penso a un parco culturale a tema, sul Rinascimento sull’esempio del "Puy du Fou" nella Loira".

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