Maxi indagine sul keu. I tempi si allungano, gli indagati chiedono di essere ascoltati

I 32 inquisiti dovranno ancora aspettare prima di andare davanti al gup. I fascicoli minori, agganciati al filone ’ndrangheta, sono invece alle battute finali. Giovedì di fronte al giudice quello legato allo spaccio

Firenze, 13 marzo 2023 - E’ questione di giorni per i due filoni d’inchiesta paralleli all’inchiesta Keu. Per l’indagine terremoto che ha scosso Santa Croce e la politica regionale, invece, manca ancora un po’ prima che il fascicolo approdi davanti al giudice dell’udienza preliminare. Gli avvocati stanno studiando una mole impressionante di carte. Qualcuno, tra i 28 indagati, compresi gli imprenditori del comparto orafo aretino, ha chiesto di essere sentito dal pubblico ministero Giulio Monferini, diritto che spetta a ogni indagato dopo l’avviso di conclusione delle indagini – recapitato il 24 novembre dell’anno scorso – nella speranza di evitare la richiesta di rinvio a giudizio.

Dunque i tempi dell’indagine principale si dilatano, a differenza di quanto sta accadendo per gli altri due fascicoli paralleli agganciati al filone ‘ndrangheta. Giovedì, ad esempio, davanti al giudice compariranno gli imputati del filone legato allo smercio di droga intorno al porto di Livorno. Ad aprile, invece, quelli delle intimidazioni nei cantieri. In questo contesto comparirà Francesco Lerose, la figura "a disposizione della cosca Grande Aracri", che oltre a tenere allacciate le due inchieste, è ritenuto dagli inquirenti lo ’spazzino’ dei rifiuti dei due grossi comparti industriali della nostra regione. Sia le concerie consorziate di Santa Croce, sia alcune imprese del distretto dell’oro di Arezzo avrebbero infatti trovato nei suoi due impianti (forse non casualmente ubicati a Pontedera e Bucine) i siti giusti in cui smaltire vantaggiosamente gli scarti delle rispettive produzioni. Nel filone keu ci sono 32 inquisiti, in particolare si tratta di 26 persone fisiche e di sei società. Ci sono i vertici degli ultimi anni dell’associazione conciatori, del consorzio Aquarno che tratta acque e fanghi, del Depuratore di Santa Croce. Ci sono anche i ’politici’ (il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda e il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni, colui che avrebbe recepito dal territorio il testo dell’emendamento alla legge regionale) e i tecnici della Regione, come l’ex capo di gabinetto del governatore, Ledo Gori, o il direttore ambiente Edo Bernini.

Ci sono cento pagine di imputazioni, anche se l’accusa che più imbarazza è - per 18 figure - quella di avere dato vita a un’associazione per delinquere "al fine di commettere una serie indeterminata di delitti ambientali e contro la pubblica amministrazione", "traffici organizzati di rifiuti, inquinamento ambientale, abuso d’ufficio, corruzione e indebita erogazione di contributi pubblici, correlati alla illecita e abusiva gestione degli scarti industriali degli impianti riconducibili ad Aquarno".

ste.bro.