"Giustizia per Luana". La madre: "Una pena che sia d’esempio per altri imprenditori"

"Devono capire che non si può operare in fabbrica senza la necessaria sicurezza". Al padre del figlio dell’operaia stritolata dall’orditoio nel maggio 2021 il giudice ha negato la richiesta di costituzione di parte civile

Luana D’Orazio aveva 22 anni ed era madre di un bambino di 5

Luana D’Orazio aveva 22 anni ed era madre di un bambino di 5

Prato, 23 settembre 2022 - "L’importante è la giustizia, voglio una pena esemplare". Così Emma Marrazzo ha commentato l’udienza preliminare che si è tenuta ieri in tribunale a Prato per la morte della figlia Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni stritolata dall’orditoio a cui stava lavorando il 3 maggio 2021 in un’azienda tessile a Montemurlo, in provincia di Prato.

"Serve una pena che sia d’esempio agli altri imprenditori, perché capiscano che non si lavora in questo modo, senza sicurezza. Quello di mia figlia non è stato un incidente sul lavoro, ma una morte annunciata". Emma Marrazzo si è sfogata così al termine della lunga udienza, oltre due ore, nella quale sono state discusse le costituzioni di parte civile. Un passaggio tecnico necessario prima di arrivare a discutere dei riti che i tre imputati, i titolari dell’azienda, Luana Coppini e il marito Daniele Faggi, e il tecnico manutentore Mario Cusimano, sceglieranno. Sono tutti accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche.

Il gup Francesca Scarlatti ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile della mamma Emma Marrazzo, dell’Inail, della Femca Cisl e dell’Amnil (associazione mutilati e invalidi sul lavoro). Ha invece rigettato la richiesta avanzata dal padre del figlio di Luana, appena sei anni, motivandola con il fatto che il bambino è stato affidato ai nonni materni dal tribunale dei minori di Firenze. Il nonno (tutore del piccolo) non si è costituto parte offesa né per sé né per il nipote. "La discussione di un danno così complesso non è adeguata alla sede penale – ha detto l’avvocato della famiglia D’Orazio, Daniela Fontaneto –. Non esponiamo il bambino a un palcoscenico così impegnato, ci rivolgeremo semmai al giudice naturale, quello civile". Le parti civili sono solo quattro nonostante ci si sarebbe aspettato che la lista fosse molto più lunga.

Sempre ieri i due imputati principali, Luana Coppini e il marito Daniele Faggi, attraverso i legali, Barbara Mercuri e Alberto Rocca, hanno chiesto di poter accedere al patteggiamento a fronte del risarcimento già liquidato la mamma, babbo e fratello della vittima. Un milione e 100mila euro che l’assicurazione ha riconosciuto ai familiari della ragazza. "I bonifici sono già partiti – ha detto Mercuri – manca solo quello al figlio in quanto si attende il via libera dal giudice tutelare per aprire il conto corrente". Infine c’è la posizione del tecnico manutentore che non si avvarrà di nessun rito alternativo. L’udienza è stata aggiornata a fine ottobre.

Laura Natoli