Gkn, sei mesi per tornare a produrre. Gli operai: "Servono più garanzie"

Incontro interlocutorio ieri al ministero. Trattativa tra l’azienda e l’advisor: si chiude in una settimana

Manifestazione Gkn

Manifestazione Gkn

Firenze, 16 dicembre 2021 -  Sette giorni per chiudere la trattativa tra Gkn Driveline Firenze e l’advisor Francesco Borgomeo. E’ quanto emerge di nuovo sulla vertenza Gkn di Campi Bisenzio al termine del tavolo di crisi di ieri al ministero dello sviluppo economico. Un incontro interlocutorio durante il quale le parti hanno aggiornato la situazione che vede 422 lavoratori (500 con l’indotto) che fino al 9 luglio producevano semiassi e che da cinque mesi sono in presidio permanente per difendere fabbrica e posti di lavoro. Gkn Driveline Firenze (di proprietà del fondo inglese Melrose) e l’imprenditore Borgomeo si devono mettere ancora d’accordo su alcuni dettagli per il passaggio di proprietà: l’advisor è pronto a rilevare quote azionarie, stabilimento e lavoratori per poi partire con la reindustrializzazione del sito, senza la riapertura della procedura di licenziamento collettivo. In tal senso, le parti hanno aperto l’ipotesi alla costituzione di una ‘due diligence’ già dalla prossima settimana, previa la condivisione del percorso con i sindacati. Durante l’incontro è stato ribadito che l’acquisizione è finalizzata a una successiva cessione a un soggetto imprenditoriale impegnato nella reindustrializzazione.

Due le manifestazioni d’interesse: un’azienda che si occupa di componenti per energie rinnovabili, l’altra di macchinari per la farmaceutica. Per questo ulteriore passaggio, l’advisor parla di tempi brevi, circa sei mesi, e si sarebbe detto disponibile a prendere in carico il progetto industriale nel caso in cui le negoziazioni non dovessero concludersi positivamente. Invitalia (l’agenzia del Mise) ha affermato che svolgerà attività di verifica sul progetto e nella fase di rendustrializzazione si potranno mettere in atto strumenti come i contratti di sviluppo e il fondo di salvaguardia, mentre il ministero del lavoro interverrà con gli ammortizzatori sociali necessari per la fase di transizione. Ma pare che nel frattempo, in particolare a gennaio, i lavoratori saranno retribuiti con l’utilizzo delle ferie. Prima di arrivare alla soluzione industriale, per Fiom e Cgil "la questione fondamentale da chiarire è la continuità occupazionale nella fase di traghettamento. Chiediamo al governo di assumere un ruolo di garanzia e di controllo. Al netto del vincolo di riservatezza posto dall’advisor, vogliamo capire quale ruolo politico intende esercitare il governo, assieme alle istituzioni, non solo in un’eventuale reindustrializzazione ma anche nella precedente fase di passaggio".

Stessa richiesta arriva dalla Uilm: "Ribadiamo l’opportunità di un diretto coinvolgimento di Invitalia anche nella compagine azionaria del futuro soggetto reindustrializzatore, come elemento di garanzia". E garanzie chiedono gli operai: su un "timing" certo, sulla continuità occupazionale e di diritti per i lavoratori, sul profilo degli investitori e sui piani industriali. "Garanzie che devono essere concrete e certe, in un processo che deve assicurare trasparenza e condivisione" sostiene la Rsu.