L’ad di Gkn: 'Chiudere e licenziare'. L’ira del sindaco

Emiliano Fossi: "L’azienda vuole solo fare profitti nel breve, se ne frega dei territori e degli operai"

Gkn, presidio dei lavoratori

Gkn, presidio dei lavoratori

Campi Bisenzio, 4 settembre 2021 - Chiudere lo stabilimento e licenziare tutti. L’amministratore delegato di Gkn Driveline Firenze, Andrea Ghezzi, in un’intervista al «Corriere Fiorentino» conferma la volontà di smobilitare la fabbrica di Campi Bisenzio dove si producono semiassi per Fca e altre case automobilistiche. L’ad della società italiana di proprietà del fondo inglese Melrose ribadisce che non è possibile mantenere aperto il sito visto «lo scenario di mercato che si sta delineando».

L'occupazione simbolica della Regione
L'occupazione simbolica della Regione

Ghezzi, poi, ribadisce che l’azienda ha aperto la procedura di licenziamento seguendo le norme, quindi per quanto riguarda l’udienza in tribunale per comportamento antisindacale (l’articolo 28 presentato dalla Fiom di Firenze), Ghezzi ribadisce di «aver operato con correttezza e qualunque esito sarà rispettato. Ma non torneremo indietro sulla decisione di chiusura«. 

 

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L’ad conferma la volontà di individuare quanto prima, con il sindacato e le istituzioni, strumenti utili per mitigare gli impatti della propria decisione, strumenti che la legge non prevede in assenza di accordi sindacali. Se le Rsu e lavoratori preferiscono non replicare direttamente ma continuare il presidio e le altre iniziative di lotta (il 18 ci sarà un corteo a Firenze), parla il sindaco di Campi, Emiliano Fossi: «L’azienda si dice disinteressata alle risorse europee per la transizione del settore auto: vuole solo estrarre profitti nel breve e se ne frega dei territori e delle persone. E’ inaccettabile».

I lavoratori sono pronti a far arrivare sui tavoli del Ministro del Lavoro Andrea Orlando e della viceministra del Mise Alessandra Todde le modifiche e integrazioni al decreto anti delocalizzazioni. I lavoratori sostengono che «l’autorità pubblica, a fronte di condizioni oggettive e controllabili, deve essere legittimata a non autorizzare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte delle imprese».