Giornata della felicità, un diritto riconosciuto dall'Onu. Ma quand'è che siamo felici?

Si celebra questa aspirazione ritenuta "uno scopo fondamentale dell’umanità". L'inziativa è stata isitutuita dalla Nazioni Unite nel 2012. Ecco cosa pensano le persone

Firenze, 20 marzo 2022 - E chi non vorrebbe essere felice?! L'aspirazione a questo stato d'animo è così forte in tutti gli esseri umani, che gli Stati Uniti hanno inserito il diritto alla felicità, già dal 1776, nella loro  Dichiarazione d’Indipendenza.  Dal 2012 anche l’Assemblea Generale dell’Onu ha ritenuto di dover riconoscere questo orizzonte di attese,  istituendo perr il 20 marzo  La Giornata della felicità, nella consapevolezza che “la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, e riconoscendo un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone”.

Bene, così oggi si celebra lo star bene, o almeno il desiderio di una vita appagante, con se stessi e con gli altri. Ma a proposito, cos'è la felicità? E quand'è che siamo felici?  In Italia questo diritto non è affermato in maniera esplicita, almeno a livello formale, anche se spesso i giudici tendono a riconoscere tra le righe valori che almeno in parte ne fanno riferimento nell'articolo 3 della nostra Costituzione, dove  si coglie un accenno implicito del diritto alla felicità intesa come “pieno sviluppo della persona umana”. 

Ma la questione probabilmente è assai più complessa.

Tornando ai motivi che hanno portato l'Assemblea Onu a istituire questa giornata del 20 marzo, si ricorda che "il perseguimento della felicità è al centro degli sforzi umani. Le persone in tutto il mondo aspirano a condurre vite felici e appaganti, libere dalla paura e dal bisogno e in armonia con la natura". 

L'obiettivo, pertanto, è incitare uno sviluppo economico a livello globale che non prenda in considerazione solo il profitto ma anche la felicità collettiva.

In questo senso lavorare per ottenere felicità significa per i vari paesi sostenere uno sviluppo economico che sia sostenibile e finalizzato all’eliminazione della povertà su larga scala, due obiettivi che in questo complicato periodo storico appaiono ancora lontani.

Tra le 29 potenziali fonti di felicità, le persone in tutto il mondo, tendenzialmente, sostengono che "la più grande felicità" deriva da: salute e benessere fisico (citato dal 55%), rapporto col partner o coniuge (49%), figli (49%), sentire che la vita ha un significato (48%), condizioni di vita (45%), sicurezza personale (45%), sentirsi il controllo della vita (43%), avere un lavoro o occupazione significativo (43%), soddisfazione per la direzione in cui sta andando la vita (40%),avere più soldi (40%).