Lavoro, rifiuti e sanità: i nodi di Giani. "Fondi e subito risposte anti crisi"

Il neogovernatore toscano di fronte ai pesanti problemi per il rilancio: le priorità dei primi cento giorni

Eugenio Giani con la famiglia sul palco dell'ObiHall (foto Moggi/New PressPhoto)

Eugenio Giani con la famiglia sul palco dell'ObiHall (foto Moggi/New PressPhoto)

Firenze, 24 settembre 2020 - A giugno scorso, agli albori della campagna elettorale post isolamento da Covid-19, Eugenio Giani diceva alla Nazione: "Propongo un modello di sviluppo concreto, fondato sulla sinergia di quattro elementi. Un quadrifoglio che ci porti fortuna nel mettere insieme lavoro, ambiente, salute, bellezza derivante dalla nostra cultura". Ora questo quadrifoglio non può essere solo un talismano. Giani deve iniziare a piantarne una distesa per far ripartire la Regione. I nodi da sciogliere sono molti, alcuni fondamentali. Il programma, durante la campagna elettorale, ha subito in alcuni casi, vedi la questione rifiuti, stop, rielaborazioni, aggiustamenti. C’è molto da chiarire. E partire spediti.

Giani ha le idee più chiare ora che il successo è arrivato anche in numeri abbondanti (48,6 % di voti contro il 40,4 % di Susanna Ceccardi, candidata presidente per la coalizione di centrodestra) rispetto alla grande paura dell’ultimo miglio.

«Il primo atto che porterò in giunta è il patto per l’occupazione e il lavoro" ha sottolineato ieri. "Ho questa come priorità: il lavoro, cercare di offrire agli imprenditori occasioni di operare in Toscana per creare occupazione. Questa è la principale situazione che sento di dover affrontare" ha detto nel corso di un’intervista a ‘Un giorno da pecora’, su Radio 1. Il neo governatore pensa all’imprenditorialità giovanile trainata da start-up, innovazione e tecnologie, e alle "persone che devono ritrovare un lavoro perché le aziende chiudono". Per loro "faremo delle politiche attive fondate sui fondi dell’Unione europea". Bene perché ci sono migliaia di imprese e i sindacati che aspettano da Giani risposte concrete. Il panorama è complesso e variegato: si va dalla pmi che deve stare sul mercato con le sue gambe alla grande azienda che fa le valigie e scappa (il caso Bekaert insegna) e alle zone di crisi (cinque in Toscana).

L’altro giorno il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo ha scritto a Giani chiedendo un vero "piano industriale per la ripresa della Regione". Gli imprenditori vogliono tempi rapidi, risposte chiare: "Confidiamo in una rapida esecuzione di tutte le scelte strategiche indispensabili e funzionali allo sviluppo e alla competitività di tutto il territorio, quindi, delle sue imprese – prosegue il presidente di Confindustria Toscana Ranaldo –. Le risorse in arrivo dall’Europa impongono un piano di azioni anticrisi serrato e una visione strategica e chiara della Toscana del futuro nel contesto delle regioni europee". Otto direttrici di sviluppo: Economia circolare, Ricerca e innovazione, Sanità, Industria 4.0 e digitale, Transizione energetica, Infrastrutture, Mobilità e sviluppo, Agroalimentare, Formazione e capitale umano. Si chiedono prospettive per far crescere la manifattura del futuro con "digitalizzazione, infrastrutture, formazione e pubblica amministrazione". Anche i sindacati chiedono risposte strutturali anche in vista dell’arrivo dei fondi europei del ’Recovery’.

Tra le questioni infrastrutturali spicca il caso aeroporto di Firenze e la sinergia con Pisa: "Con Dario Nardella – assicura – ci mettiamo subito al lavoro per la tramvia, l’alta velocità, l’aeroporto, le prospettive di sviluppo di Firenze come farò con Luca Salvetti quando parleremo del Corridoio tirrenico, dell’ospedale di Livorno, della Darsena Europa. Vi posso assicurare la mia prospettiva sarà di tutta la Toscana".

E tutta la regione aspetta la definizione del Piano rifiuti. Troppi soldi sono spesi per portare mensilmente tonnellate e tonnellate di rifiuti nelle discariche italiane e oltre confine. Le tariffe in bolletta non si abbassano, l’economia circolare sembra ancora uno slogan senza concretezza operativa ravvicinata. Giani deve chiarire cosa farà dell’ipotesi che Rossi gli lascia in eredità. Niente nuovi ’termo’ e biogassificatore a Stagno (Livorno) in sinergia con Eni. All’inizio della campagna elettorale disse che l’impianto si doveva fare anche con i carrarmati. E ora? Poi deve affrontare la questione sanità. Nel passaggio di consegne ci sono tre maxi Asl sotto esame. Il neo governatore ha promesso un periodo di check up per verificare l’efficacia del sistema. Non c’è tempo da perdere, insomma. Le priorità dei primi 100 giorni ci sono già. Giani deve andare di corsa se vuole che quel quadrifoglio resti il suo portafortuna.