Furti d'arte, ecco le opere recuperate. Anche quarant'anni dopo

Tra i tanti ritrovamenti, anche sei manoscritti in lingua francese di epoca napoleonica, acquistati da un appassionato sul web

Dipinto della Musa Urania

Dipinto della Musa Urania

Firenze, 6 giugno 2020 – Il nostro territorio è un obiettivo particolarmente sensibile per la per sua grande presenza di beni artistici, ma le attività di contrasto dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze hanno consentito il recupero di beni di pregevole fattura. Ecco alcuni dei più significativi recuperi compiuti nel 2019.

Firenze: un dipinto del XVII secolo. A febbraio, a conclusione degli accertamenti scaturiti da controlli agli operatori di settore eseguiti  a Parma del corso della manifestazione «Mercante in fiera autunno 2018», sequestrato ad un espositore 36enne fiorentino un dipinto olio su tela del valore di venticinquemila euro  raffigurante «Musa Urania», autore ignoto del XVII sec., risultato rubato il 23 giugno 1977 a  Inverigo (Como) a un privato. Il commerciante è risultato estraneo all’illecito avendo presentato la documentazione attestante il possesso in buona fede.

Firenze: un dipinto del XIX secolo. A maggio è stato sequestrato un dipinto ad olio su tela raffigurante «Vecchio seduto con bastone e cappello» attribuito a Filippo Palizzi, del valore di cinquantamila euro. Il bene, individuato a seguito dei controlli su siti web di settore e sequestrato presso una Casa d’Aste del capoluogo toscano, è risultato provento di furto commesso il 18 luglio 1982 a  Roma a un privato. Il mandante a vendere, un 77enne americano residente a Roma, è stato denunciato per ricettazione.

Firenze: sei manoscritti in lingua francese di epoca napoleonica. I beni erano stati acquistati sul web da un appassionato commerciante del settore, originario della provincia di Firenze, che dopo averli esaminati, rendendosi conto dell’importanza che potevano rivestire per la storia francese, aveva contattato direttamente le Autorità francesi. In occasione di un controllo amministrativo condotto nel marzo 2019, il commerciante ha riferito ai militari del Tpc di essere entrato in possesso di tali documenti e di avere avuto notizia in quei giorni dal Ministero della Cultura francese che si trattava di beni ritenuti parte integrante del patrimonio archivistico nazionale e che avrebbero avviato le procedure per rivendicarli. L’acquirente in buona fede, quindi, ha consegnato spontaneamente ai Carabinieri il materiale documentario e archivistico in questione, al fine di esperire i necessari accertamenti. Il Nucleo Tpc ha poi proceduto agli accertamenti investigativi tesi a ricostruire le vicende e i “passaggi”, dalla fuoriuscita dal territorio francese alla loro “riemersione” in territorio nazionale dei beni in oggetto, la cui natura pubblica, ai sensi della Legge francese  e in analogia a quella italiana, li rende inalienabili, non esportabili e pertanto non commerciabili. I Carabinieri tutela patrimonio culturale hanno avviato con l’Ambasciata francese azioni per facilitare la restituzione dei manoscritti, senza formale azione di rivendica giudiziaria o diplomatica. Mentre il valore venale dei beni restituiti può essere stimato in qualche decina di migliaia di euro, i manoscritti, fornendo importantissime informazioni sulla composizione degli archivi segreti di Napoleone e sulle vicende che li riguardarono nel corso della prima Restaurazione, hanno un valore storico incommensurabile. Il 15 gennaio 2020, all'Ambasciata francese in Italia, il generale di Brigata Roberto Riccardi ha restituito i manoscritti all’ambasciatore Christian Masset.

  Firenze: un bassorilievo in  marmo. A settembre è stato sequestrato un bassorilievo in marmo raffigurante un putto reggistemma,  scuola napoletana di autore ignoto del XV secolo, del valore di settantamila euro. L’opera, esposta a Palazzo Corsini in occasione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze da un commerciante risultato estraneo all’illecito, è risultata rubata il 19 ottobre 1995 a Pompei (Napoli) da un'abitazione privata. L’accertamento sulla provenienza è avvenuto col supporto tecnico dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che ha permesso di  appurare che alcuni rilievi preesistenti erano stati levigati al fine di rendere l’opera difficilmente identificabile e collocarla agevolmente sul mercato. L’occhio esperto dei militari è stato fondamentale per rilevare l’anomalia nella fase dei controlli preventivi eseguiti durante l’evento internazionale, poi confermata dall’esame specialistico.

Prato: un dipinto del XIX secolo. A febbraio è stato sequestrato un dipinto ad olio su tela raffigurante «Campagna toscana» dell’artista Giovanni Marchi del valore di cinquemila euro. Il bene, individuato presso una Casa d’aste, è risultato provento del furto commesso il 30 marzo 2006 a  Crespina (Pisa) ai danni di un privato. L’opera è stata sequestrata a seguito di accertamenti sui beni d’arte pubblicati su cataloghi on line eseguiti dai militari della Sezione elaborazione dati del comando carabinieri tutela patrimonio culturale. il mandante a vendere, un 67enne fiorentino, è stato denunciato per ricettazione.

Maurizio Costanzo