Truffa dell'olio, gli indagati parlavano così: "E' una ciofeca"

Per confondere l'olio di semi, e renderlo simile all'extravergine, venivono aggiunte sostanze come clorofilla e betacarotene

Controlli sull'olio (foto di repertorio)

Controlli sull'olio (foto di repertorio)

Firenze, 17 settembre 2019 - "Una ciofeca" senza sapore, tanto che si doveva cercare "qualcosa di più profumato" o tutti avrebbero scoperto l'inganno. Così definiscono l'olio adulterato da loro commercializzato alcuni indagati nell'ambito dell'inchiesta dei carabinieri del Nas di Firenze che oggi, su 14 indagati, ha portato all'arresto di due persone e all'emissione di una misura interdittiva dall'attività imprenditoriale nei confronti di altre due.

Le indagini sono iniziate nell'ottobre del 2017 a seguito di un controllo in una trattoria di Empoli, nella cucina della quale fu trovata una latta da 5 litri di olio di semi di soia colorato con clorofilla e betacarotene e spacciato per olio extravergine di oliva. In base alle indagini, il gestore della trattoria avrebbe rivenduto l'olio anche all'ingrosso, arrivando ad acquistare dalla Puglia, per rivenderli in Toscana, circa 26.000 litri di olio adulterato, pagandoli 2,30 euro al litro, cifra di molto al di sotto del costo medio dell'olio extravergine di oliva.