Fiumi e corsi d’acqua aretini: controlli dei Carabinieri Forestali sulle opere a ridosso degli alvei

Dall’inizio del 2023 ad oggi sono state 32 le persone denunciate dal Nucleo Carabinieri Forestale di Arezzo, per un totale di 22 irregolarità di carattere penale

forestali

forestali

Arezzo, 8 maggio 2024 – Dall’inizio del 2023 ad oggi sono state 32 le persone denunciate dal Nucleo Carabinieri Forestale di Arezzo, per un totale di 22 irregolarità di carattere penale per violazione del divieto di edificabilità nelle fasce di rispetto idraulico e per la realizzazione di opere in assenza di permesso a costruire.

La provincia di Arezzo è spesso, come tutto il territorio nazionale, vittima di drammatici eventi correlati spesso a fenomeni meterologici avversi che evidenziano la particolare condizione di fragilità del territorio. Alla situazione già complessa si aggiungono il concatenarsi di eventi climatici impattanti, da una parte, e l’abusivismo edilizio, dall’altra, che concorrono ad accentuare le storiche condizioni di vulnerabilità del nostro territorio.

Le aste fluviali del reticolo del Canale Maestro della Chiana sono state negli anni oggetto di opere abusive che ne hanno di fatto diminuito la capacità di contenere una portata d’acqua legata a eventi metereologici importanti. I Carabinieri Forestali hanno rilevato che in 80-90 anni sono state realizzate delle opere abusive che hanno diminuito considerevolmente l’ampiezza dei corsi d’acqua: muri di cemento armato che sono diventati argini, ampliamenti di abitazioni e sue pertinenze, recinzioni, platee, capanni.

E l’inefficienza idrica si palesa con i suoi disastri. Ne sono un esempio le alluvioni e i temporali che tutta la popolazione, o ha vissuto inerme pagandone gli effetti, oppure ha visto coinvolti parenti o amici. Le raffiche di oltre 100 chilometri orari di vento e pioggia che hanno interessato principalmente Arezzo, la Valdichiana e alcune zone del Casentino nella notte fra il 2 e il 3 novembre 2023; fulmini e nubifragi che hanno interessato in particolare il Valdarno e la Valtiberina con grandine grande quanto una pesca nell’agosto del 2022.

Infine, oltre chi ne paga gli effetti emotivi e anche economici, c’è chi, purtroppo, ne ha pagato le conseguenze più gravi e quel giorno tutto è finito. Con l’alluvione del 27 luglio 2019 tutta la provincia di Arezzo si è piegata all’evento meteorologico che ha causato esondazioni di diversi torrenti come i Rii Grosso, Rigutino, Gavardello, Policiano, dei Pigli, Riolo, Vallesi, di Montagnano. L’ondata d’acqua ha generato dei veri e propri fiumi in piena nella sede stradale e, ad Arezzo, un uomo di 72 anni è stato travolto con la sua macchina dall’impetuosa massa d’acqua che non gli ha dato scampo.

In momenti del genere tutta la cittadinanza si stringe e cerca di fare gruppo. Tutte le istituzioni pubbliche collaborano e cercano di trovare una soluzione per non rivivere momenti simili. Con gli interventi sui corsi d’acqua si vogliono ripristinare le condizioni di sicurezza per rimediare le rotte arginali, ridurre il sovralluvionamento, eliminare i depositi di detriti, fango e sabbia dagli alvei per garantire il buon funzionamento idraulico del reticolo.

I Carabinieri Forestali sono presenti in prima linea a prevenire e, qualora non si arrivi in tempo, a reprimere le violazioni di natura paesaggistica, urbanistica ed edile che minano la sicurezza idraulica. Sotto questo aspetto è stata intensa l’attività di controllo dei corsi d’acqua e, in particolare, nel Rio Rigutino è stata riscontrata la presenza di numerosi manufatti, di varia natura, realizzati in assenza di autorizzazioni e concessioni